La cantante ha denunciato 13 anni di oppressione sotto il giogo del genitore
Britney Spears ce l'ha fatta: il padre Jamie ha accettato di rinunciare al ruolo di tutore, per evitare l'ulteriore inasprimento della battaglia legale avviata dalla cantante nei suoi confronti.
L'uomo non ha precisato quando farà il passo indietro, ha detto di dover ancora chiudere questioni insolute. Ma Britney, oggi 39 enne, festeggia la fine dell'oppressione, così l'ha definita, durata 13 anni. Ha accusato il padre di averla derubata, di averle fatto assumere farmaci contro la sua volontà, di averle impedito di avere altri figli.
Nel 2008 l'uomo aveva assunto la tutela della figlia e il controllo delle sue finanze. Nel 2019 aveva rinunciato al controllo della persona, limitandosi a quello del patrimonio dell'artista.
"Se le persone conoscessero lo stato mentale e le dipendenze che affligevano Britney, e le sfide affrontate nella sua tutela, farebbero l'elogio di Mr. Spears e cessero il vilipendio nei suoi confronti", ha dichiarato il team difensivo del genitore, in risposta agli attacchi dei fan della cantante, che in questi anni hanno manifestato "per la sua liberazione".