Covid, i parenti delle vittime fanno causa allo Stato per 100 milioni

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Di Antonio Michele Storto
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Sotto accusa ci sono soprattutto Speranza, Conte e Fontana: l'accusa è di negligenza nella gestione della pandemia

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Cento milioni di euro: tanti ne hanno chiesti allo Stato italiano i parenti di 70 persone morte a Bergamo di Covid, nella causa civile iniziata questo giovedì, che chiama a rispondere lo stato italiano della leggerezza con cui furono gestite le prime ondate della pandemia. 

Sotto accusa ci sono soprattutto l'ex premier Giuseppe Conte, il ministro della Salute Speranza e il governatore lombardo Attilio Fontana.

L'accusa è di negligenza nella gestione della crisi sanitaria, che avrebbe portato a decine di morti evitabili, avvenute per carenza di materiale sanitario e di personale medico, che arrivò impreparato a quel cruciale appuntamento dal momento che le linee guida ministeriali si rifacevano a un piano pandemico mai aggiornato.

Antonio Calanni/Copyright 2020 The Associated Press. All rights reserved
28 marzo 2020: le bare delle vittime di Covid ammassate nella chiesa di San Giuseppe a Seriate, vicino a BergamoAntonio Calanni/Copyright 2020 The Associated Press. All rights reserved

"Molte persone sono morte in casa perché i medici non sono intervenuti o non sapevano come curare i pazienti, o perché gli ospedali erano pieni e le autorità locali erano a corto di personale medico, perfino nella seconda e terza ondata" spiega Consulelo Locati, avvocato che rappresenta i familiari delle vittime.

E' lei a guidare il Pool legale di questa causa, depositata lo scorso anno, che mira a stabilire un precedente che scongiuri il ripetersi di situazioni del genere.

"È forse la prima volta in Italia - spiega - che 520 persone trovano il coraggio di mettersi insieme e fare causa alle autorità pubbliche, come il Ministero della Salute, la Presidenza del Consiglio dei Ministri e la Regione Lombardia, per chiedere conto dei loro errori".

Ritardi e leggerezze

La provincia di Bergamo fu la più duramente colpita dalla prima ondata pandemica: le bare trasportate dai camion militari verso i crematori meno congestionati sono rimaste impresse nella memoria collettiva.

La causa civile di 2.099 pagine depositata nel 2020 è un enorme raccoglitore di numeri, documenti, ricostruzioni, inchieste giornalistiche e indagini legali: vi si trovano anche alcune conversazioni tra funzionari del ministero della Salute e un delegato italiano all'interno dell'OMS, sul piano pandemico italiano ormai obsoleto, oltre a molti altri dettagli e circostanze su cui si sta indagando.

Tra i faldoni, anche il libro-inchiesta recentemente pubblicato da un ricercatore dell'OMS che ha fatto un rapporto sulla prima risposta dell'Italia, entrando quindi in conflitto con Roma e Ginevra, fino a dimettersi e lasciare definitivamente l'organizzazione sanitaria internazionale. I file sono stati riuniti dai membri di "NOI Denunceremo", un gruppo Facebook creato in aprile.

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