Le ambizioni di Dubai: un hub mondiale per i settori creativi

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Di Natalie Lindo
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​​Scoprite gli ambiziosi piani di Dubai per diventare un hub mondiale per le industrie creative. E poi, che cosa si può fare per eliminare le emissioni? Bill Gates chiede a governi e privati di agire. E dopo 13 mesi di chiusura, il West End londinese si prepara a riaprire al pubblico.

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​​Scoprite gli ambiziosi piani di Dubai per diventare un hub mondiale per le industrie creative. E poi, che cosa si può fare per eliminare le emissioni? Bill Gates chiede a governi e privati di agire. E dopo 13 mesi di chiusura, il West End londinese si prepara a riaprire al pubblico.

Dubai, futuro hub della creatività

Dubai punta ad aumentare la percentuale del suo pil dovuta all'economia creativa dal 2,6 al 5 per cento. A questo scopo sta lanciando nuove zone creative per i contenuti culturali, il media design e le arti. L'obiettivo sarebbe di passare dalle attuali 8.300 aziende del settore creativo e culturale a 15 mila nel prossimi quattro anni, con un conseguente aumento dei posti di lavoro da 70 a 140 mila. Lo specialista della formazione aziendale Amer Yahia di Virtuzone dice di vedere già un fermento in atto: "È un'ottima notizia per il settore e per gli Emirati in generale. È molto incoraggiante vedere Dubai sostenere questo tipo di iniziative per attirare aziende straniere, oltre a dare supporto ai talenti locali nel settore creativo. Dubai è leader nel mettere in piedi le infrastrutture adatte. ".

Ma che tipo di supporto esiste già? Risponde Ahmad Ammar, cofondatore di Aavva Fashion: "Noi non abbiamo incontrato ostacoli. È facilissimo muoversi, trovare una squadra, assumere gente, investire, prendere un locale in affitto ed espandere la propria attività".

Aavva Fashion, dalla sua nascita nel 2013, si è rapidamente imposta con negozi propri e ora è un marchio presente nelle boutique internazionali.

La strategia per l'economia creativa vuole aiutare le menti creative a produrre idee nuove ed entusiasmanti. "Per noi è incredibile - commenta l'altro cofondatore dell'azienda, Vincenzo Visciglia - perché immagino che l'industria della moda a Dubai sia ancora qualcosa di nuovo. Sentiamo che la comunità e i clienti locali stanno davvero sostenendo gli stilisti locali rispetto a quelli di fuori. Dico sempre che se sei un pioniere, qualunque cosa tu faccia sarà un successo".

Per consolidare il settore, Dubai ha creato poli come la Media City, la Production City e il Dubai Design District. Per Amer Yehia, "Anche solo andare lì, e fare l'esperienza dei tre poli mostra la serietà di Dubai dal punto di vista delle infrastrutture e della volontà di incoraggiare questo tipo di persone a venire e crescere nel mondo degli affari".

La prima tappa è stato il lancio della zona creativa Al Quoz da parte dello sceicco Hamdan bin Mohammed bin Rashid Al Maktoum, principe ereditario e presidente del Consiglio esecutivo di Dubai. In questo dinamico hub artisti e designer possono vivere, lavorare e creare. Un modello per la strategia del futuro.

Bill Gates alla carica in difesa del clima

Bill Gates è intervenuto al vertice mondiale sul clima voluto dal presidente Usa Joe Biden. Di fronte al cofondatore di Microsoft, anche se da remoto, oltre 40 leader mondiali.

"Quasi tutte le tecnologie a zero emissioni di carbonio sono più costose delle loro controparti a combustibili fossili - ha fatto notare Gates -. Per poter fornire tutti i vantaggi dello stile di vita moderno in tutto il mondo, abbiamo bisogno di nuovi prodotti a zero emissioni di carbonio che siano altrettanto convenienti, che abbiano quello che chiamo un sovrapprezzo verde pari a zero".

Governi e imprese, ha continuato, devono quindi adottare politiche che facilitino la transizione energetica: "Dobbiamo sviluppare e implementare tecnologie innovative che ci consentano di eliminare le emissioni a effetto serra. In secondo luogo, dobbiamo attingere ai mercati energetici per finanziare e implementare queste innovazioni, per esempio trovando modi creativi per finanziare le tecnologie e creare parità di condizioni nella competizione con i combustibili fossili. Terzo, governi e aziende devono adottare politiche che rendano più veloce ed economica la transizione".

L'intervento si è concluso con un invito ai leader a premiare coloro che prendono misure coraggiose per avere un impatto positivo sui cambiamenti climatici.

La rinascita del West End londinese

Noah Thomas si è trovato sotto i riflettori, poi i riflettori si sono spenti. Quest'attore ventunenne dopo la scuola di recitazione ha ottenuto la parte principale del musical del West End londinese Everybody's Talking About Jamie. Ha fatto il suo debutto all'inizio del 2020, e poche settimane dopo il sipario è calato per non rialzarsi più. Ma lui non ha mai rinunciato al suo sogno, dice: "Resistiamo e ci diciamo che torneremo a fare il nostro lavoro. Non rinunceremo a quello che facciamo e che abbiamo studiato".

The excitement is REAL – 22 days to go! 😍 We are dusting off our heels, #JamieLondon is back 20 May!! 👠

Posted by JamieMusical on Wednesday, April 28, 2021

Il settore, che dà lavoro a 300 mila persone, è rimasto fermo per oltre un anno, mettendo in pericolo migliaia di posti di lavoro anche nei bar, nei ristoranti e negli alberghi. Molti non hanno ricevuto gli aiuti del governo. Nica Burns, proprietaria dell'Apollo e di altri cinque teatri londinesi, ha investito in test rapidi, sanificazione e biglietti elettronici. Ha anche rimosso i sedili, in modo che gli spettatori possano tenersi a distanza di sicurezza gli uni dagli altri.

Circa un terzo dei teatri del West End prevede di riaprire nelle prossime settimane, se il 21 giugno verranno ulteriormente allentate le restrizioni. Un'ipotesi che però potrebbe non avverarsi in caso di una nuova crescita dei contagi. Dopo pesanti critiche, il governo britannico ha elargito quasi 1,4 miliardi di euro in aiuti e prestiti. Ora però in molti insistono: lo spettacolo deve continuare.

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