Roma bussa a Tripoli: la visita di Mario Draghi in Libia

Non un caso che il presidente del Consiglio Mario Draghi abbia scelto la Libia per la sua prima visita all'estero. Soprattutto ora che la guerra civile è momentaneamente archiviata, l'Italia intende riaffermare il legame storico con Tripoli, mai venuto a mancare neppure durante il conflitto.
"Il momento è unico - ha detto Draghi durante la conferenza stampa congiunta in Libia - si tratta di ricostruire quella che è stata un'antica amicizia e una vicinanza che non ha conosciuto pause. Pensate che l'ambasciata italiana è stata l'unica aperta durante tutto il conflitto".
Con il governo di unità nazionale libico di Dbeibah, che traghetterà il Paese alle elezioni di dicembre, si riprende il filo del discorso, anche economico, tra Tripoli e Roma.
Sul fronte energetico, l'Eni - primo produttore di gas in Libia e principale fornitore di gas al mercato locale - è anche il candidato numero 1 per la realizzazione di nuovi impianti da fonti rinnovabili nel Fezzan, regione del sud tradizionalmente sotto l'influenza diplomatica della Francia.
In agenda il potenziamento della cosiddetta ''autostrada della pace'', uno dei capisaldi del discusso Trattato d'amicizia Italia - Libia, siglato da Berlusconi e Gheddafi nel 2008, e i lavori infrastrutturali allo scalo di Tripoli. Anche la gestione del flusso migratorio è una delle priorità del confronto.
Con la ri-apertura all'Italia, la Libia sovrana mette un argine alle ambizioni egemoniche della Turchia, molto attiva a sostegno del precedente esecutivo tripolino. Per l'Italia il tentativo di riprendersi il posto al sole, da condividere e contendere agli altri attori: Parigi, Ankara e Mosca.