Lo sciame sismico va avanti da quasi un mese. Secondo gli esperti se l'area vulcanica intorno al monte Keillir eruttasse, non causerebbe problemi come nel 2010, quando l'Eyjafjöll paralizzò il traffico aereo europeo per settimane
Le scosse si sono intensificate nella notte tra martedì e mercoledì. Ma è da quasi un mese che l**'area vulcanica nei pressi del monte Keillir**, un paesaggio lunare a 25 chilometri dalla capitale Reykjavik, non fa dormire sonni tranquilli agli abitanti della parte sud-orientale dell'Islanda.
Il professore di geofisica Pall Einarsson spiega che "non ci sono state grosse sequenze sismiche, ma è la prima volta che si assiste ad un tale fenomeno in questo territorio", dormiente da circa 800 anni, "e la gente non è abituata a sentire scosse quotidianamente".
Il timore è che si verifichi un'eruzione vulcanica, ma gli esperti hanno individuato la fessura da cui potrebbe uscire la lava in un'area deserta. Se ciò si verificasse, inoltre, si tratterebbe di colate gestibili: ad esempio con una serie di fosse scavate per dirottarne il flusso.
Un sistema simile venne adottato nel 1973 per salvare gli abitati della vicina isola di Heimaey.
Non sarebbe neanche un eruzione con colonne di fumo e cenere come quelle dell'Eyjafjöll nel 2010, che paralizzò il traffico aereo europeo per settimane.
Il nervosismo comunque serpeggia fra la popolazione locale.
“Eravamo fuori a scaricare la macchina", racconta una cittadina di Grindavik, "Siamo tra le tante persone che sono andate via per poter dormire un po' in pace. La terra tremava molto e quando sono entrata con i bagagli, l'isola della cucina era rovesciata su un lato. E varie cose erano cadute dai mobili".
Il sisma più forte si è verificato il 24 febbraio scorso, di magnitudo 5.7. Da allora sono state registrate 34mila scosse.