Musica, il meglio del 2020: Manon, emancipata e ribelle, nella Parigi degli anni ruggenti

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Di Katharina Rabillon
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Una storia d'amore tragica, ma soprattutto il ritratto di una donna libera nel decennio fra le due guerre. È la "Manon" di Massenet messa in scena da Vincent Huguet all'Opéra Bastille.

Mentre il mondo della cultura è in stand-by a causa della pandemia, Musica vi fa rivivere alcuni dei migliori spettacoli, andati in scena questa primavera, prima che tutto si fermasse.

Manon, donna emancipata e rivoluzionaria

"È Manon l'uomo, nello spettacolo". Manon è la protagonista dell'omonima opera di Jules Massenet e lo spettacolo è quello messo in scena da Vincent Huguet la scorsa primavera all'Opéra Bastille di Parigi. E a sostenere questa verità così radicale è la soprano Pretty Yende, che incarna la stessa Manon sul palcoscenico.

Che cosa vuol dire Yende con queste parole? "Di solito interpreto donne che si gettano ai piedi del loro uomo - spiega -. Lei invece lo tratta con distacco. Lo domina dall'inizio alla fine".

È Manon l'uomo, nello spettacolo
Pretty Yende
Soprano

È una Manon emancipata, ribelle, rivoluzionaria, quella di Massenet. E la coppia che forma con Des Grieux, secondo il tenore Benjamin Bernheim che lo interpreta, "È una coppia molto moderna. Des Grieux accetta del tutto l'idea che una donna possa sorpassarlo, essere più famosa e più forte di lui".

Una tragedia degli anni ruggenti

E allora non c'è da sorprendersi troppo se Huguet ha deciso di ambientare questa straziante tragedia nell'esuberante e sfrenato decennio fra le due guerre mondiali. "Quello che mi ha davvero convinto a collocare la storia negli anni Venti, gli anni ruggenti - spiega il regista - sono in particolare le figure di Mistinguett e Joséphine Baker. È la prima volta nella storia che le donne possono diventare qualcuno senza la protezione di certi uomini".

È un omaggio a Parigi, tra la Ville Lumière e la penombra umida di Saint-Sulpice
Vincent Huguet
Regista teatrale

L'opera di Massenet, ispirata al romanzo dell'abbé Prevost Histoire du chevalier des Grieux et de Manon Lescaut, fu presentata per la prima volta nel 1884 a Parigi. E Huguet non ha dubbi: "È chiaramente un omaggio a Parigi - afferma -, fra il piccolo appartamento bohémien del secondo atto, il grande atto del Cours-la-Reine, che rappresenta tutto ciò che c'è di festoso a Parigi, la Ville Lumière, e poi, al contrario, la penombra umida di Saint-Sulpice".

Saint-Sulpice, chiesa parigina che fa da sfondo alla tragica scena in cui Des Grieux decide di farsi prete dopo essere stato lasciato da Manon. "Si rende conto della solitudine della sua vita. È con Dio, ma Dio non risponde alle sue preghiere - osserva Bernheim.- E Manon è come una luce che lui ha avuto per troppo tempo negli occhi e ora ovunque guardi c'è sempre quest'ombra, questa dolce immagine che resta".

Un personaggio fra i più memorabili

Un'immagine che sembra abbagliare, o quanto meno affascinare profondamente, anche Pretty Yende, quando commenta: "Mi sento ispirata dal coraggio che ha di seguire davvero il suo cuore e di realizzare i suoi sogni, anche i più impossibili. Alla fine è come se avesse rinunciato a tutti i suoi desideri e le sue smanie. È in pace e pronta a lasciare questa terra, sapendo di aver fatto di se stessa un personaggio fra i più memorabili".

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