El Gouna Festival: il cinema egiziano non si ferma nonostante il Covid-19

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Diritti d'autore Daleen Hassan, euronews
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La sfida del cinema egiziano: torna il festival di El Gouna. Adottate severe misure di sicurezza anti Covid. 63 film in lizza

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Si è alzato il sipario sulla quarta edizione del Festival del cinema egiziano di El Gouna. Nonostante la crisi sanitaria dovuta al Covid-19, la rassegna - inaugurata nel 2017 - non ha rinunciato alla vetrina fisica. Seguendo le orme della Mostra del Cinema di Venezia, sono state adottate rigorose misure di sicurezza.

Entishal Al Tamimi, direttore della rassegna cinematografica, sottolinea l'importanza di continuare a promuovere il cinema attraverso i festival: "Non c'è modo - dice - di essere vicini ai cineasti e di supportare il settore, che in questo momento è in grande difficoltà, senza i festival. Soprattutto per il cinema indipendente".

Nella cornice regalata dal Mar Rosso, attori e registi hanno sfilato sul tappeto rosso di El Gouna. Alcuni hanno sfoggiato delle mise con maschera di gran gala.

Ancge l'attrice Yousra sostiene la necessità di non annullare gli eventi, nel pieno rispetto delle norme di sicurezza: "Penso che sia necessario sopravvivere a tutto questo. Siamo umani e se si deve avere a che fare con una situazione del genere, bisogna sapere come conviverci e in che modo affrontarla".

Premio alla carriera per Gérard Depardieu

A differenza degli anni precedenti, a causa delle restrizioni di viaggio, poche stelle internazionali sono state in grado di garantire la loro presenza in Egitto.

Un volto famoso, che ha fatto impazzire i flash, è quello di Gérard Depardieu: l'attore ha ritirato il premio alla carriera nella cerimonia di apertura.

La rassegna è stata inaugurata dal film "L'uomo che vendette la sua pelle", diretto dalla tunisina Ben Hania ": storia incentrata sulle vicende di Sam Ali, un giovane siriano in Libano per sfuggire alla guerra, che accetta di farsi tatuare la schiena da un intrigante artista americano in cambio di un viaggio in Europa.

Yahya Mahayni, l'attore protagonista, spiega cosa muove il suo personaggio: "A Sam Ali non è stata data l'etichetta di rifugiato: è una situazione che deve affrontare. Come lo fa, è parte dell'ingegnosità messa in campo dalla regista in questo film".

Daleen Hassan sul red carpet per Euronews: "Come si dice, lo spettacolo deve continuare e all'ombra della bandiera della fabbrica dei sogni si svolge la rassegna cinematografica di Elgouna, che dura 9 giorni e presenta 63 film. Nella speranza di continuare a sognare anche nelle più difficili circostanze".

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