Covid-19: il mondo del turismo e dell'ospitalità contro i governi europei

Il settore turistico europeo, che rappresenta circa il 10% del PIL dell'Unione europea, è in allarme per le nuove restrizioni, introdotte un po' ovunque a causa dell'aumento di casi di Coronavirus.
Lunedì il premier francese Jean Castex ha incontrato i rappresentanti del settore turistico, decisamente in affanno.
Francia: situazione da rianimazione
Didier Chenet, presidente del Groupement National des Indépendants:
"Di solito in questo periodo, in montagna, sono a più del 50-60% delle prenotazioni. Oggi non sono nemmeno al 10%. Ci sono hotel in montagna che pensano di non aprire più e non solo nelle piccole località. Quindi in realtà la situazione è molto grave, siamo, per dire, in rianimazione...".
Regno Unito: azione legale contro il governo
Poco prima che Boris Johnson annunciasse le nuove misure, l'industria dell'ospitalità britannica ha dichiarato di voler intraprendere un'azione legale per fermare le nuove regole che potrebbero costringere nuovamene alla chiusura di pub, club e altri locali.
L'organismo di categoria, la Night Time Industries Association (NTIA), ha dichiarato che non ci sono prove che i locali abbiano contribuito alla diffusione del virus.
Portogallo: pochi turisti al mare
Cascais, in Portogallo, è una splendida località balneare, non lontano da Lisbona. A metà ottobre si può anche fare il bagno. Ma ad approffittare della spiaggia di Carcavelos e dell'Oceano Atlantico sono in pochi, molto meno del solito.
Commenta un turista, Miguel Monteiro:
"A questo punto sarebbe catastrofico per la nostra economia chiudere di nuovo, per entrare in un nuovo confinamento. Dobbiamo valutare la situazione gradualmente".
Sabato scorso il Portogallo ha avuto 1.646 nuovi casi di Covid-19, la sua cifra piu alta dall'inizio della pandemia, in un costante aumento di contagi, che prosegue da sei settimane.