Argentina, accordo sulla ristrutturazione del debito

Alberto Fermnandez, presidente argentino
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Dopo lunghe e difficili trattative, mediate anche da papa Francesco, Buenos Aires cancella impegni per 37 miliardi di dollari in dieci anni

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Dopo lughe e difficili trattative, mediate anche da papa Francesco, l'Argentina ha raggiunto un accordo con gli obbligazionisti per la ristrutturazione di un debito da 65 miliardi di dollari, eredità virtuale della passata presidenza del conservatore Mauricio Macri.

Il ministro dell'Economia, Martìn Guzmàn ha spiegato che l'intesa, sottoscritta dal 93,55 per cento dei creditori, permetterà a Buenos Aires di risparmiare oltre 37 miliardi di dollari nel prossimo decennio, evitando di passare per una difficile battaglia legale.

L'accordo sulla ristrutturazione del debito sgombera la strada di un negoziato in corso con il Fondo monetario internazionale, finalizzato a modificare le condizioni di un enorme prestito assunto dal precedente governo.

"Spero che supereremo presto l'ostacolo rappresentato dal debito con il Fondo monetario internazionale. Quando siamo entrati in carica il 10 dicembre 2020, l'Argentina aveva da pagare 48 miliardi di dollari entro il 2025. Erano le impegni che l'Argentina si era assunta; oggi quegli obblighi non esistono piu e quelle risorse possiamo destinarle allo sviluppo e alla produzione", ha detto il presidente argentino Alberto Fernández.

Tra maggio 2018 e dicembre 2019 il peso argentino ha subito tre pesanti svalutazioni, perdendo quasi il 40 per cento del suo valore, ed è stata registrata l'inflazione più alta degli ultimi trenta anni, oltre il 53 per cento.

Gravissime le conseguenze sul piano della disoccupazione, che ha superato il 10,4 per cento.

Una sitiazione destinata a complicarsi con l'arrivo della pandemia. Pur con i fondamentali economici ai minimi, l'Argentina è impegnata a rinforzare il sistema sanitario pubblico e a sostenere il comparto produttivo, in quello che il presidente Fernadez ha definito "uno sforzo enorme".

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