La Libia ha dichiarato di voler rispettare le convenzioni per la protezione dei migranti, in un documento di sette pagine che avrebbe consegnato all'Italia.
Il ministro degli esteri italiano Luigi Di Maio si è recato a Tripoli mercoledì per un incontro ufficiale con il premier libico Fayez al-Sarraj.
Durante l'incontro si è parlato della sempre spinosa questione migranti.
Stando a quanto riportato dall'agenzia ANSA, il governo di al-Sarraj avrebbe consegnato al ministro degli esteri italiano una serie di proposte per la modifica del memorandum stabilito tra Libia e Italia nel 2017 - proposte che andrebbero incontro alle richieste avanzate dal governo italiano.
All'interno di un documento di sette pagine, la Libia avrebbe infatti dichiarato che si impegnerà ad assistere i migranti salvati nelle proprie acque e a dare loro protezione così come stabilito dalle norme internazionali.
Dal canto suo, il governo libico si è solo limitato a riferire, tramite un post facebook, che nell'incontro si è discusso del dossier sull' immigrazione illegale e del coordinamento congiunto sviluppato per affrontare tale fenomeno.
Durante la giornata, il premier libico Fayez al-Sarraj ha inoltre ringraziato l'Italia per aver contribuito alle operazioni di rilevamento delle mine che le milizie del generale Khalifa Haftar, avversario del suo governo, "avevano piazzato in aree residenziali", dalle quali, secondo l'ufficio stampa del consiglio presidenziale, "sono state scacciate".
Sulla guerra in corso in Libia, Di Maio ha dichiarato:
La riunione, cui ha partecipato anche il ministro degli Esteri libico Mohamed Siala, ha riguardato anche "l'estrema necessità di un ritorno alla produzione di petrolio, che rappresenta la ricchezza dei libici", ha aggiunto la nota del governo, riferendosi implicitamente alla chiusura di pozzi e terminal petroliferi imposta a gennaio da Haftar, e che ha causato un crollo miliardario dell'export di greggio.
A proposito del generale Khalifa Haftar, al-Sarraj ha rinnovato la sua richiesta che la missione europea nel Mediterraneo, denominata Eunavfor Med Irini, blocchi il rifornimento di armi non solo via mare, ma anche via aria e via terra.
All'incontro, tenutosi nella sede del Consiglio presidenziale libico, hanno partecipato anche il Segretario generale della Farnesina, Elisabetta Belloni, e l'ambasciatore d'Italia a Tripoli, Giuseppe Buccino Grimaldi.