SpaceX, lancio rimandato a causa del maltempo

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La prima missione di SpaceX con due astronauti a bordo è posticipata a sabato per le cattive condizioni meteo

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Il settore privato non prende il volo. Per il momento. Rinviato il primo viaggio spaziale, con astronauti, effettuato con logiche commerciali. La capsula Crew Dragon, del progetto SpaceX-Nasa di Elon Mask è rimasta agganciata alla piattaforma di lancio del Kennedy Space Center a causa del cattivo tempo.

La decisione è stata presa 16 minuti prima del conto alla rovescia.

I due uomini dell'equipaggio, Doug Hurley e Bob Behnken devono effettuare lo prima missione orbitale umana in partenza dal territorio Usa, in 9 anni, e destinata ad agganciarsi alla Iss, la Stazione spaziale internazionale.

La spedizione ha sfumature da Compagnia delle Indie.

Infatti, le guerre stellari si fanno a suon di dollari e di rubli. C’è poca concorrenza in giro. E la Nasa da quando ha tagliato i voli degli Shuttle deve contare su Roscosmos per uno strappo orbitale ai suoi astronauti. Dura ormai dal 2011.

E un posto su di una capsula Soyuz costa circa 80 milioni di euro.

Solo tra il 2017 e il 2019 l’agenzia spaziale Usa ha speso quasi un miliardo di euro per viaggiare con i vettori russi

Ciononostante la differenza tra il settore spaziale russo e quello Usa è abissale. Infatti, il bilancio della Nasa del 2020 è di oltre 22 miliardi di dollari, mentre quello di Roscosmos arriva con difficoltà a un miliardo e 700 milioni di dollari

Per l'esperto russo di aerospazio, Vadim Lukashevič:

"Elon mask e l’industria spaziale statunitense attualmente danno fastidio alla Russia. Se non ci fossero, potremmo sentirci la patria della navigazione spaziale, ma adesso è chiaro che gli Usa sono un bel po’ avanti rispetto a noi".

Ad aprile, il presidente di Roscosmos ha garantito a Putin che l’agenzia avrebbe ridotto i costi dei suoi lanci per competere agevolmente sui mercati internazionali, come spiega Dimitry Rogozin, amministratore di Roscosmos:

"Per accrescere la nostra presenza sui mercati internazionali, vogliamo tagliare i costi dei nostri viaggi spaziali almeno del 30%. E questa politica dei prezzi è la risposta ai tagli fatti dalle società americane che sono finanziate con il bilancio federale".

La Nasa conta di barattare i posti nelle rispettive navicelle con i russi, invece di pagarli, spiega il suo amministratore Jim Bridenstine:

"Se pensiamo alla complementarietà tra astronauti americani e cosmonauti russi sulla ISS, la stazione spaziale internazionale, dobbiamo essere pronti a cedere posti ai russi sui voli commerciali e agli americani sulle Soyuz".

Elon Mask ha un piglio da capitano coraggioso, che vuole portare la logica di mercato tra le stelle, un segmento che finora era monopolio esclusivo dei bilanci statali delle super-potenze.

Non è che un inizio.

Per il momento infatti qualsiasi forma di iniziativa privata nel settore spaziale dipende dagli aiuti di stato.

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