Il covid in zona di guerra, preoccupazione Onu per l'Est dell'Ucraina

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Di Sergio Cantone
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Il covid in zona di guerra, preoccupazione Onu per l'Est dell'Ucraina

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Il covid trasforma i territori filo-russi di Donec'k e Luhans'k nel buco nero dell'Europa Orientale. Il fronte divide le due province, autoproclamatesi repubbliche indipendenti dal resto dell'Ucraina, cui appartenevano fino al conflitto del 2014. 

Pur essendo un conflitto dimenticato, sporadicamente da queste parti si spara ancora. 

Ciononostante, gli abitanti di quelle zone erano abituati a varcare la linea di demarcazione senza troppi problemi.

Ma da quando c'`e l'epidemia le autorit`a hanno imposto restrizioni severe, e nessuno sa esattamente in che condizioni sanitarie versi la popolazione che risiede nei territori sfuggiti all'Ucraina.

Jens Laerke, portavoce del coordinamento Onu per gli affari umanitari, `e preoccupato:

"La chiusura della linea di contatto ha ridotto la possibilit`a di organizzare convogli umanitari diretti nelle aree non controllate dal governo di Kiev. Dall'inizio dell'epidemia, solo due convogli Onu sono stati in grado di consegnare materiale sanitario a Donec'k, varcando la linea di contatto tra l'esercito regolare ucraino e le milizie filo-russe".

Sono soprattutto anziani a soffrire le conseguenze del confinamento in zona di guerra. Nonostante il conflitto, infatti, anche chi vive nei territori non controllati da Kiev ha il diritto di riscuotere la pensione ucraina. Ma lo pu`o fare solo nella banche situate in aree dove vige, di diritto e di fatto, la legislazione ucraina. Fino all'inizio della pandemia, le popolazioni potevano varcare ufficialmente le linee. Ma ormai il numero si `e drasticamente ridotto, dice il portavoce dell'agenzia Onu:

"Alcune eccezioni umanitarie sono state fatte per chi voleva attraversare da entrambe le parti.

325 persone hanno ricevuto un permesso speciale dal 21 marzo a fine aprile. Ma non `e nulla, se lo compariamo alle 900 mila che attraversavano le linee ufficialmente ogni mese".

Il governo ucraino e le autorit`a di Luhans'k hanno raggiunto un accordo per concedere l'accesso all'interno della repubblica ribelle di aiuti umanitari anti-covid. Ma potranno passare solo attraverso il posto di controllo di Stanic'a Luhanska, e trasportati a piedi, perch`é i camion non possono transitare.

Secondo l'Onu, in Ucraina sono stati registrati quasi sedicimila casi di coronavirus. E sono morte finora pi`u di quattrocento persone. Secondo stime approssimative, invece, nelle zone non controllate dal governo di Kiev, di Donec'k e Luhans'k, ci sono 416 persone colpite dal covid.

Il conflitto nel Donbass `e iniziato nel Marzo del 2014, subito dopo l'annessione della Crimea da parte della Russia. Donec'k e Luhans'k hanno proclamato il loro distacco (non in via definitiva) da Kiev quattro mesi dopo. Ormai, buona parte della popolazione se n'`e andata, chi a vivere in altre citt`a ucraine, e chi in Russia. Sono rimasti soprattutto gli anziani, minatori e metalmeccanici in pensione, e dei miliziani, non tutti di origine locale. Le due Repubbliche sono sostenute da Mosca, che rivendica per il Donbass un'autonomia speciale in seno allo stato Ucraino.

Per Kiev, quella del Cremlino `e una richiesta tesa a indebolire l'independenza ucraina, ottenuta prima dello smembramento dell'Urss a fine Dicembre 1991.

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