Ue: Perché l'agricoltura bio resta un sogno che fatica a decollare?

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Di Gregoire Lory
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Perché l'agricoltura bio resta un sogno che fatica a decollare? @Greenpeace denuncia aiuti iniqui e sistema obsoleto. E le industrie inquinanti spingono per rimandare le riforme.

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Un summit informale per sondare il terreno, in tutti i sensi. I 27 ministri dell'agricoltura dell'Unione europea si incontrano in videoconferenza mercoledì prossimo per discutere del futuro della politica agricola comune: il cosiddetto PAC. Sono molti infatti i fondi che verranno messi a disposizione per combattere la crisi economica causata dalla pandemia; le organizzazioni ecologiste come Greenpeace denunciano il vecchio metodo di distribuzioni degli aiuti e chiedono riforme urgenti.

“Si tratta di un sistema molto davvero sleale - afferma Marco Contiero di Greenpeace International - In poco più di un decennio, in Europa abbiamo perso più di quattro milioni di aziende agricole che sono state divorate da quelle più grandi. E la stessa Politica agricola europea fornisce aiuti marginali ai piccoli agricoltori, solo l'uno per cento infatti ottiene aiuti fino ad un terzo del proprio bilancio. "

La Politica agricola comune rappresenta attuamente il 40% del budget europeo. Secondo Greenpeace i fondi dovrebbero arrivare anche alle strutture più piccole e più rispettose dell'ambiente.

"Gli aiuti provenienti da denaro pubblico non dovrebbero essere distribuiti sulla base degli ettari ma sulla base del merito - prosegue Contiero -. Le piccole imprese agricole che hanno pochi ettari di appezzamenti non dovrebbero essere penalizzate. Al contario, dovrebbero essere premiate anche per i loro benefici sociali".

La commissione Agricoltura e sviluppo rurale del Parlamento europeo, ritiene che il tempo delle riforme sia ormai arrivato, rimandare a causa delle pandemia potrebbe essere dannoso.

"Le riforme per un'agricoltura più sostenibile sono in discussione sia la Parlamento che al Consiglio europeo ", rassicura  Norbert Lins, eurodeputatotedesco della Cdu e presidente della Commissione Agricoltura al Parlamento europeo. 

"Personalmente sono a favore delle riforme e so che dobbiamo fare di più per aiutare: le piccole imprese, le aziende sostenibili, le coltivazioni biologiche. Dobbiamo inoltre fare di più - aggiunge Lins - per ridurre le emissioni nocive per l'ambiente e combattere i cambiamenti climatici. Sul nostro tavolo al momento ci sono tutte queste proposte, stiamo facendo del nostro meglio per spingerle."

Ma i testi normativi, come è noto spesso nascondono cavilli che in questo caso potrebbero derogare all'infinito la tanto attesa rivoluzione ecologica.

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