Bulgaria: acqua alle fabbriche, cittadini a secco

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Di Stefania De Michele
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Bulgaria, cittadini senz'acqua: la risorsa idrica distribuita in larga parte alle industrie

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Sono le 15:00 a Pernik, 20 km a sud della capitale Sofia in Bulgaria. I bambini dell'asilo Kalina Malina si svegliano dal riposo pomeridiano e, anche per loro, potrebbe non esserci acqua corrente. Il flusso non è garantito tutti i giorni.
Mihaela Ivailova, direttrice dell'asilo Kalina Malina, racconta i disagi affronntati quotidianamente: "Usiamo acqua minerale per bere e per cucinare i pasti dei bambini. Quando c'è - e in genere il servizio è ripristinato nel pomeriggio - immagazziniamo l'acqua in barili. Ci laviamo e puliamo e poi facciamo il pieno per il giorno successivo. L'acqua torna a essere erogata in questi giorni con quasi un'ora di ritardo, il che non è strano. Dopotutto, il serbatoio è impoverito".

Inchiesta Dimov, gestione dell'acqua e import illegale di rifiuti

L'ex ministro dell'ambiente della Bulgaria, Neno Dimov, è in arresto in attesa di giudizio per il drastico razionamento dell'acqua in città e in altri centri abitati, oltre che per importazione illegale di rifiuti dall'Italia. Sulla seconda pista, nel dicembre scorso, i Carabinieri di Milano avevano sequestrato una spedizione di balle di rifiuti, non in regola, che dovevano essere trasportate in Bulgaria. La magistratura è chiamata ora ad accertare le responsabilità del ministro Dimov. La misura cautelare è stata decisa nell'ambito dell'operazione condotta dalla Procura speciale e dal Servizio per la sicurezza nazionale (Dans). Per quanto riguarda l'acqua, la situazione è critica: il bacino di Studena ha circa 3 milioni di metri cubi su 20 e sarebbero sufficienti, se non fosse per le gravi perdite lungo tutta la rete verso Pernik.

Città bulgare senz'acqua corrente, che viene distribuita alle fabbriche

Circa il 65% dell'acqua potabile si perde lungo il percorso a causa delle condotte colabrodo. Il razionamento è diventato più grave dall'inizio di novembre. E, secondo le stime, durerà almeno fino ad aprile. La carenza di risorse idriche sembra essere riconducibile al piano di distribuzione, che ha privilegiato le fabbriche della città industriale a fronte delle necessità delle utenze domestiche. Il ministro Dimov avrebbe infatti firmato le relazioni sui livelli allarmanti nel bacino idrico principale senza modificare le priorità nella distrbuzione,

Il sindaco di Pernik, Stanislav Vladimirov, ddenuncia la situazione: "Il bacino idrico di Studena non può rifornire l'industria - dice  - la priorità è quella di dare acqua prima ai residenti, non possiamo permetterci di lasciarla alle fabbriche. Queste sono grandi entità industriali, possono trivellare pozzi e trovare un approvvigionamento idrico alternativo a lungo termine".

Il no comment dell'acciaieria di Pernik che non concede interviste

La principale acciaieria di Pernik non ha risposto alle nostre richieste di intervista. I sindacati hanno anche avvertito che, senza acqua, 1500 lavoratori potrebbero essere sospesi. Sul fronte pubblico locale non va meglio: le autorità di Pernik si sono infatti opposte al razionamento dell'acqua in vista delle elezioni comunali di ottobre, per paura di ricadute politiche. Per ora Pernik riceve l'acqua attraverso le infrastrutture di approvvigionamento della vicina capitale Sofia.

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