Chi sono i mercenari russi del Wagner Group che combattono in Libia con Haftar

Chi sono i mercenari russi del Wagner Group che combattono in Libia con Haftar
Diritti d'autore In questa foto del 2017, il generale Khalifa Haftar, al centro, a colloquio con il ministro degli Esteri russo, Sergei Lavrov, di spalle, a Mosca - AP Photo/Ivan Sekretarev, File
Diritti d'autore In questa foto del 2017, il generale Khalifa Haftar, al centro, a colloquio con il ministro degli Esteri russo, Sergei Lavrov, di spalle, a Mosca - AP Photo/Ivan Sekretarev, File
Di Lillo Montalto Monella
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Partecipano attivamente alle battaglie, sparano come cecchini. Sono usati come unità d'assalto d'élite e sono pronti a morire. Ecco chi sono gli uomini dell'oligarca vicino a Putin mandati in Libia a combattere una guerra che Mosca dice di non combattere.

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Il Governo di Accordo Nazionale (GNA) della Libia ha denunciato la presenza sul fronte di circa 800 mercenari russi del Wagner Group, un'organizzazione paramilitare associata ad un oligarca vicino al presidente Putin che sembra uscita da un thriller di Tom Clancy.

Legalmente in Russia non esistono, ma nella realtà sono soldati a contratto che combattono al fianco del generale cirenaico Haftar - l'uomo che, con il sostegno degli Emirati Arabi Uniti e dell'Egitto, sta cingendo d'assedio Tripoli. 

Mosca ha ripetutamente negato ogni coinvolgimento diretto nel conflitto ma questi mercenari "operano sotto il controllo dei servizi di sicurezza e militari russi, e senza un cenno del Cremlino, non si muovono", indica a Euronews Pavel Felgenhauer, analista e redattore alla Novaya Gazeta.

Ma cos'è esattamente il Wagner Group?

Ben 600 dei suoi "dipendenti" sono stati coinvolti, nel febbraio 2018, nella "prima battaglia diretta tra truppe di Washington e di Mosca dai tempi della guerra in Vietnam" (Foreign Policy). Siamo in Siria, durante l'assedio di Deir Ezzor: un disastro militare che ha visto la decimazione o il ferimento di circa 300 mercenari, colpiti raid aerei statuntensi.

L'azione militare in Siria, che ha assestato un duro colpo alle fortune dell'azienda di commesse militari, sarebbe stata ordinata senza l'approvazione di Mosca dall'imprenditore Yevgeny Prigozhin, uomo d'affari con stretti legami con il Cremlino.

L'oligarca ritenuto a capo del Wagner Group più volte in passato si è negato ad ogni commento in merito e continua a ripetere di non aver nessun legame con il Wagner Group.

Yevgeny Prigozhin assieme a Vladimir Putin in una foto del 2010 - Alexei Druzhinin/Pool Photo via AP, FileAlexei Druzhinin

Il Wagner Group, che ha visto la luce con il conflitto del Donbass, ha inviato mercenari a tutte le latitudini, dal Madagascar al Venezuela a supporto di Maduro.

Come scrive l'inviato del Corriere, Lorenzo Cremonesi, in Libia i russi si tengono lontano dalla prime linee. I più esposti funzionano come cecchini, con ottimi fucili e sistemi di puntamento d'avanguardia. Fanno funzionare i centri radar per i droni e addestrano i soldati di Haftar.

I mercenari del Wagner Group possono arrivare a guadagnare 150mila rubli (oltre 2mila euro) al mese, cifra che può raddoppiare in caso di impegno trimestrale. Un comandante può guadagnare anche il triplo. In caso di morte, una famiglia riceve meno di 50mila euro, ma che per la provincia russa sono un sacco di soldi.

La "famiglia Wagner": fanteria d'urto d'assalto, corazzata e lì per combattere"

"In Russia, c'è un enorme bacino di persone disposte a combattere. Fondamentalmente, veterani del Donbass, dove oggi non si combatte molto e non si viene pagati bene", aggiunge Felgenhauer. "I lavoratori a contratto russi del Wagner non sono come gli americani, che non combattono ma si limitano a compiti di protezione. Loro partecipano attivamente alle battaglie. Sono usati come unità d'assalto d'élite. In Siria, hanno avuto notevole successo soprattutto quando i combattenti locali si rifiutavano di avanzare. Loro lo facevano: sono ben motivati, abituati a combattere e a subire perdite".

Alla Russia conviene averli al fronte in Libia piuttosto che in patria: "Sono persone con esperienza di combattimento diretto, non sanno organizzarsi in un contesto di vita pacifica e possono rappresentare una minaccia politica".

Nonostante, secondo Foreign Policy, il gruppo sia caduto in disgrazia dopo l'offensiva siriana, negli ultimi tempi ha cercato di riciclarsi in Africa nell'addestramento di milizie locali e con appalti per la sicurezza privata (di miniere, per esempio). Tre giornalisti russi che stavano indagando sulla presenza del Wagner nella Repubblica Centrafricana sono stati assassinati nell'estate del 2018. Altri sono stati minacciati. Si ritiene che dietro la formazione del personale Wagner ci sia il servizio segreto GRU.

I nomi dei contractor militari ora più in auge sono Shield, Patriot e Vega, ma queste altre società  private hanno maggiori probabilità di svolgere il classico ruolo di appaltatori, come guardie di sicurezza, come fanno gli americani. "Possono combattere, ma non vanno lì per la guerra, mentre la famiglia Wagner è in guerra: è una fanteria d'urto corazzata e dotata d'artiglieria", conclude Felgenhauer.

Prigozhin, lo "chef di Putin" incriminato per la fabbrica dei troll

Le attività del loro "capo", Prigozhin, vanno ben al di là dell'impiego di mercenari al servizio della ragion di stato, e copre tutto lo spettro di quella guerra ibrida globale che va dalla linea del fronte alla manipolazione online - scrive il Foreign Policy Research Institute.

Prigozhin, sotto sanzioni da parte del dipartimento del Tesoro americano, è stato incriminato dal consigliere speciale americano Robert Mueller per la sua gestione dell'Internet Research Agency, una fabbrica di troll usati per le campagne di disinformazione dietro le interferenze russe nelle presidenziali del 2016.

Tra le sue varie occupazioni, Prigozhin possiede Concord Management e Concord Catering, che controllano un gruppo di ristoranti. Le sue aziende spesso organizzano eventi ufficiali tanto da far guadagnare a Prigozhin la fama di "chef di Putin".

Nativo di San Pietroburgo, proprio come il presidente russo, nel passato di Prigozhin ci sono nove anni nelle patrie galere, un lavoro come venditore di hot dog, investimenti in una catena di supermercati e in ristoranti di lusso.

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In Libia, l'attività del Wagner Group risale almeno al novembre 2018. In questo video, si vede Prighozhin con la delegazione russa durante un incontro con il personale delle forze armate libiche (al minuto 1:12, l'uomo pelato non in uniforme, con l'abito scuro).

Ufficialmente, la Russia continua a mantenere un dialogo aperto con entrambe le parti in causa. Haftar ha visitato Mosca diverse volte negli ultimi anni, e una delegazione del governo di Tripoli ha incontrato Putin durante un summit del Forum economico Russia-Africa a Sochi, in ottobre.

L'attività dei mercenari è illegale in Russia.

In Siria, Putin ha voluto un coinvolgimento militare diverso rispetto ai sanguinosi e impopolari impegni in Afghanistan e Cecenia: il dispiegamento segreto di appaltatori privati nel paese ha contribuito a mantenere basso il bilancio russo ufficiale delle vittime, così da permettere al Presidente di veleggiare verso la rielezione, scrive Global Security.

Come indica Il Fatto Quotidiano, la Convenzione Onu del 1989 contro il reclutamento, l’uso, il finanziamento e la formazione dei mercenari considera il loro dispiegamento “una violazione delle leggi internazionali”. Tuttavia, nessuna legge internazionale vieta l’utilizzo di società private per scopi militari e di sicurezza quali guardie armate, scorta di convogli, manutenzione di armamenti, detenzione di prigionieri e formazione di eserciti.

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L'esecutivo riconosciuto dalle Nazioni Unite di al-Sarrāj sta ora compilando una lista di nomi di mercenari da presentare al governo russo, ha fatto sapere Khaled al-Meshri, a capo del consiglio supremo di stato.

David Schenker, Assistente Segretario per gli Affari del Vicino Oriente americano, ha reso noto che gli Usa stanno lavorando con i partner europei per imporre sanzioni al contractor russo, citando "lo spettro di uccisioni civili su larga scala" operate dal Wagner Group.

Risorse addizionali per questo articolo • Intervista: Naira Davlashyan

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