Decreto clima: la svolta ecologista del governo spacca l'Italia in due

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Di Giorgia Orlandi
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A dividere è soprattutto la tassa sulla plastica, che secondo associazioni e produttori finirebbe per gravare sui consumatori, affossando il settore dell'alimentare

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Una svolta nella crisi climatica: cosi, il governo italiano ha battezzato il suo "decreto clima", una serie di misure che puntano a portare il belpaese in prima linea nella lotta all'inquinamento per i prossimi 15 anni.

Un green deal del valore di 55 miliardi di euro, che spazia dai bonus per quanti utilizzano i mezzi pubblici al posto dell'auto, agli incentivi finanziari per i commercianti che elimineranno gli imballaggi in plastica da liquidi e prodotti alimentari. Mai la protezione dell'ambiente era stata una voce così consistente nella spesa pubblica italiana, una strategia rivendicata dal ministro Costa. "Il primo articolo del decreto - spiega - impone che tutta la pianificazione economica di questo governo e dei governi che verranno nei prossimi anni, sia verde".

Plastic tax

Una strategia che, a detta del governo, punterebbe a generare risorse per istruzione, welfare e riduzione della pressione fiscale; anche se la sfida più grande per il momento resta lo smaltimento dei rifiuti in plastica, 500mila tonnelate dei quali, ogni anno, finiscono sul fondo del mediterraneo

Proprio la cosiddetta tassa sulla plastica, però, resta la misura più divisiva dell'intero pacchetto. Il progetto originario era chiedere alle aziende un aggravio di 1 euro per ogni chilogrammo di plastica prodotta, inclusi tappi, bottiglie, contenitori per latte e detersivi e in generale sulle confezioni e sulle etichette dei prodotti. Di recente però il governo si è impegnato a rivedere il provvedimento dopo che diverse associazioni si sono lamentate, sostenendo che rischia di danneggiare l'intero settore per via dei costi enormi scaricati sui consumatori

Italia divisa

La svolta ecologica del governo sembra aver spaccato in due anche l'elettorato. Secondo un recente sondaggio, solo il 54% degli italiani è favorevole alla misura, che farà parte del bilancio 2020 del Paese.

"Se guardo quello che ho appena comprato - ci dice una donna fuori da un supermercato - ho tanta plastica con me: i pomodori nella plastica, la pancetta nella plastica, la carne avvolta dalla plastica. Per questo ènso che questa tassa sia giusta".

In realtà, una cordata di aziende industriali e associazioni di categoria ha già firmato una lettera per chiedere il ritiro della misura. Ma il ministro Costa, in merito, non vuole sbilanciarsi

"Nulla è da considerarsi definitivo" spiega. "Questo è l'inizio di un percorso Negli ultimi 40 anni non si è fatto nulla. Noi ora introduciamo una nuova legge ogni tre mesi, penso che sia un grande successo".

Per il momento, l'obiettivo dichiarato del Belpaese resta quello assunto con le nazioni unite: zero emissioni entro il 2050

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