Seun Kuti: ritmo e politica al Volo del Jazz

Ritmo, musica, politica: è Seun Kuti, il figlio di Fela Kuti che inventò l'Afrobeat e ne fece veicolo per vibranti messaggi politici.
Ed è a suo padre che l'artista nigeriano ha dedicato le prime parole sul palco:
attivista politico anche Seun, il cui concerto ha chiuso a Sacile, in Friuli, il festival Il Volo del Jazz.
Gli abbiamo chiesto perché l'Afrobeat è il veicolo perfetto per far circolare sangue e idee, musica e messaggi politici:
"Penso che sia perché mio padre, che arrivò con tutto il suo enorme bagaglio musicale ma nello stesso tempo aveva una consapevolezza politica, voleva un tipo di musica che potesse corrispondere al suo messaggio.
È per questo che penso che l'Afrobeat sia un buon veicolo per i messaggi politici, e in particolare per noi neri in giro per il mondo, perché la nostra narrazione non aveva una sua piattaforma. Con l'Afrobeat, ogni palco diventa una piattaforma per il nostro messaggio".
Gli abbiamo poi chiesto quale sia la causa politica: "non si tratta solo di cose come la corruzione o le violazioni dei diritti umani, questi sono solo sintomi di qualcosa di più ampio, che è globale, non è solo una causa nera. È il motivo per cui dico che dobbiamo consolidare la coscienza di classe, della popolazione povera, della classe lavoratrice in questo mondo", ci ha risposto.
E non sono mancati durante il concerto gli appelli politici: "non ci servono a nulla democrazie controllate dai poteri economici", ha tra l'altro detto.
Sassofonista, cantante e tastierista, Seun Kuti si è poi spostato a Trieste e si esibirà in seguito a Vienna, Vevey in Svizzera e Berlino. Si esibisce, naturalmente, con Egypt 80, lo storico gruppo fondato dal padre, che lo definì "la più infernale macchina ritmica dell'Africa tropicale".