Borse europee stabili, dopo il calo di mercoledì sera

Borse europee stabili, dopo il calo di mercoledì sera
Di Jona Kallgren

Le turbolenze, confermate dal calo dei mercati statunitensi e asiatici, sembrano alimentate da un timore di recessione, dalla guerra commerciale tra Usa e Cina e dal calo del PIL tedesco

Le principali borse europee si sono stabilizzate questo giovedì, sebbene la maggior parte dei mercati sia chiusa per Ferragosto, dopo il brusco calo della sera precedente. Le turbolenze, confermate dal calo dei mercati statunitensi e asiatici, sembrano alimentate da un timore di recessione, dalla guerra commerciale tra Usa e Cina e dal calo del PIL tedesco.

Due problemi per l'economia tedesca: la nuova escalation nella guerra commerciale tra Stati Uniti e Cina e lo spauracchio sempre più probabile di una Brexit no deal. Per molto tempo, la Germania è stata considerata la potenza economica dell'Unione Europea. Ma prima ancora, quella stessa Germania aveva un altro soprannome economico, per così dire: 'il malato d'Europa'. La speranza a Berlino è che quest'ultima 'malattia economica' sia solo di breve durata.

Mercoledì sera a Wall street si è registrata la chiusura peggiore del 2019. Ciò che ha spaventato in particolare gli investitori è stata l'inversione della curva dei rendimenti dei titoli di Stato statunitensi, che non si verificava dal 2007 e di quelli britannici. "Penso che il mercato obbligazionario stia lanciando un chiaro messaggio: le guerre commerciali fanno molto male all'economia globale e la politica "America First "di Trump sarà forse positiva a breve termine, ma negativa a lungo termine, sia per l'America che per l'economia globale", dichiara l'ad di Gerber Kawasaki, Ross Gerber. "E iniziamo a osservarne l'impatto sui mercati, oltre a quello generato da ciò che sta succedendo a Hong Kong, dalla Brexit in arrivo e dalla disastrosa economia dell'Unione europea".

Intanto il presidente statunitense ha annunciato la decisione di rinviare i nuovi dazi nei confronti della Cina: una mossa per non penalizzare l'economia americana, in vista delle festività di fine anno.

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