Mentre il premier di Gibilterra, Fabian Picardo, incontra funzionari di Teheran per una soluzione diplomatica, la Corte Suprema della Rocca decide che la petroliera "Grace 1" può essere trattenuta ancora per 30 giorni. E il Regno Unito rischia di trovarsi in mano il cerino più corto...
GIBILTERRA (REGNO UNITO) - Non si sblocca l'affaire diplomatico tra Gibilterra e Iran.
E, proprio questo venerdi, la Corte Suprema del territorio britannico ha deciso che la petroliera iraniana "Grace 1" può essere trattenuta da Gibilterra per un altro mese.
La petroliera è stata fermata il 4 luglio scorso, accusata di trasporto di petrolio in Siria, in violazione delle sanzioni UE.
Basta la diplomazia?
Il primo ministro di Gibilterra, Fabian Picardo, ha comunque incontrato funzionari iraniani per risolvere diplomaticamente la vicenda.
"Sono lieto di riferire all'Assemblea che l'incontro è stato costruttivo e positivo", ha dichiarato Picardo davanti al Parlamento di Gibilterra, "e in ogni fase abbiamo sottolineato la natura distinta della giurisdizione di Gibilterra e l'indipendenza della Corte Suprema di Gibilterra, nonché l'importanza del doveroso processo giudiziario in uno stato governato dallo stato di diritto".
Tensioni e richieste: la petroliera non deve andare in Siria
Ma se il primo ministro Fabian Picardo era convinto di risolvere diplomaticamente con Teheran - che continua a negare che la petroliera avesse intenzione di trasportare petrolio in Siria -, la sentenza della Corte Suprema rischia di riaccendere le tensioni, con la petroliera "Grace 1" come una pedina nella situazione di stallo tra Iran e Stati Uniti e con il Regno Unito che rischia di ritrovarsi in mano il cerino più corto.
Più volte, peraltro, da Downing Street hanno ribadito la volontà di "liberare" la petroliera solo se sarà garantito dall'Iran che la "Grace 1" non andrà in Siria.
Ma basteranno le rassicurazioni di Teheran?