Secondo l'authority - che ha comminato una sanzione di 50mila euro - il portale Rousseau non sarebbe in grado di garantire il livello di sicurezza e sgretezza necessario a un sistema di voto online
Il Movimento 5 stelle di nuovo nell'occhio del ciclone per via della piattaforma Rousseau, il portale web per la democrazia diretta attraverso il quale i pentastellati organizzano le votazioni online e gestiscono quasi ogni altro aspetto inerente l'attività del gruppo, incluse le donazioni in denaro.
Secondo il Garante della privacy, il portale non avrebbe protetto adeguatamente i dati personali degli iscritti, non garantendo di fatto la sicurezza e la segretezza necessarie a un sistema di voto online: per questo, l'authority ha comminato una multa da 50mila euro all'associazione Rousseau, che ne gestisce il funzionamento.
Un nuovo colpo d'immagine per il Movimento, che dal 2017 - quando un hacker pubblicò in rete i dati personali di numerosi iscritti - si trova al centro delle polemiche per le falle nella sicurezza del portale. Da allora, l'associazione Rousseau si era impegnata ad occuparsi dei rilievi che in seguito erano arrivati dal Garante, secondo il quale però gli interventi, pur avendo migliorato la sicurezza generale del sito, si sono rivelati insufficienti.
Accuse prontamente respinte da Davide Casaleggio, presidente dell'associazione, che parla di un attacco politico da parte del garante, Antonello Soro, ex capogruppo Pd. Ma lo stesso casaleggio ieri mattina sarebbe stato in procura per sporgere denuncia contro alcuni profili clone individuati in occasione delle "Europarlamentarie2 online.