Algeria: studenti in piazza contro Bouteflika

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Di Euronews
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Manifestazioni nelle principali piazze del Paese

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C'è una legge, in vigore dal 2001, che vieta gli assembramenti : è la prima sfida lanciata dagli studenti in Algeria, in piazza e per le strade della capitale, a Orano e a Costantina per mandare in pensione Abdelaziz Bouteflika, il presidente al potere dal 1999.

Domenica prossima il raìs annuncerà ufficialmente la sua quinta candidatura alla guida del Paese.

Bouteflika è a Ginevra, in una clinica privata: a 81 anni, in sedia a rotelle, il presidente è stato colpito da un ictus nel 2013 e da allora non compare quasi più in pubblico. Non fa discorsi e non riceve gli ospiti stranieri.

Il regime però non molla e fa riferimento al fratello del presidente, Said, in vista delle elezioni del 18 aprile.

In piazza gli studenti come Amina chiedono il cambiamento: "Siamo qui oggi - dice la ragazza -  perché le cose cambino davvero e perché viviamo in una situazione marcia. Siamo contro il quinto mandato e dobbiamo agire per impedirlo".

Anche Fares Younsi pensa sia necessaria una svolta: "A un certo punto, dobbiamo dire basta, soprattutto noi studenti. Siamo contrari a un quinto mandato per Bouteflika: deve andarsene. Questa è una democrazia, non un regno o qualcosa del genere. Così oggi manifestiamo insieme, siamo tutti uniti e tutti a favore del cambiamento".

Sui social, che le autorità hanno cercato di controllare, circolano i video girati dai manifestanti e le cariche delle squadre speciali , Ma per ora la protesta non è degenerata.

"Sono lieto di questa mobilitazione , che è civile e pacifica - dice Mustapha Bouchachi, ex deputato e avvocato per i diritti umani - il popolo è contrario a un quinto mandato per Bouteflika. Un'altra candidatura, il mandato numero cinque di un uomo che non parla con il suo popolo da più di sei anni, non va bene. È una forma di disprezzo nei confronti della gente".

Prima di partire per la Svizzera, in un comunicato, Bouteflika ha sollecitato il popolo a «garantire la continuità politica», cioè a votare per il regime e per il partito unico del Fronte di Liberazione Nazionale, che nel nome ricorda la forza politica che combattè per l’indipendenza degli anni Sessanta. Ma la protesta, assimilabile a una nuova primavera araba, con tutto quel che ha significato per il Nord Africa, non accenna a rientrare.

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