Siria: ritiro delle truppe statunitensi, reazioni dal mondo

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Di Euronews
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Anche il Pentagono contro il ritiro delle truppe americane ordinato dal Presidente, che dichiara sconfitto lo Stato Islamico

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I leader mondiali esprimono preoccupazione per la decisione di Donald Trump di ritirare le truppe statunitensi dalla Siria.

L'annuncio del Presidente, a mezzo social, ha sorpreso anche alcuni esponenti del suo stesso Governo e funzionari dell'Esercito, e rischia di portare a un duro scontro con il Pentagono.

La Russia accoglie positivamente la decisione, pur sottolineando di non ravvedere ancora segnali in tal senso.

Vladimir Putin, Presidente russo:

"Per quanto riguarda il ritiro delle truppe americane, non so di cosa si tratta: gli Stati Uniti sono presenti in Afghanistan da 17 anni e ogni anno dicono di voler ritirare le truppe ma sono ancora presenti lì".

Tra le Nazioni che vantano la presenza di truppe in Siria, la Francia dichiara di mantenere i suoi 1.000 soldati, a fronte della decisione statunitense.

Nathalie Loiseau, Ministro degli Esteri francese:

"La lotta al terrorismo non è finita, sono stati fatti molti progressi, è vero che abbiamo notato passi in avanti con la coalizione in Siria, ma questa lotta continueremo a portarla avanti".

Non seguirà le orme intraprese da Donald Trump neppure Israele, il cui Primo MInistro conferma l'impegno.

Benjamin Netanyahu, Premier Israele:

"Continueremo ad agire in Siria per prevenire lo sforzo dell'Iran di trincerarsi militarmente contro di noi: non ridurremo i nostri sforzi, ma li aumenteremo".

Contro il ritiro si sono espresse ufficialmente anche le forze curdo-siriane, che hanno parlato di "pugnalata alla schiena".

Una manifestazione di protesta si è tenuta fuori da una base militare della coalizione a guida statunitense, nel nord-est della Siria.

L'annuncio è arrivato con un video pubblicato su Twitter. "Dopo le storiche vittorie contro l'Isis è tempo di riportare i nostri giovani a casa"

Publiée par Open sur Jeudi 20 décembre 2018
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