L'Arabia Saudita "paria" del mondo?

L'Arabia Saudita "paria" del mondo?
Di Alberto De Filippis

Nessuno vuole avere a che fare con Riyad dopo la scomparsa del giornalista Khasoggi

Collaborazioni congelate. Aziende e media occidentali che hanno appoggiato le riforme saudite che oggi sono preoccupati per le accuse turche sul presunto assassinio del giornalista dissidente Jamal Khashoggi, scomparso lo scorso 2 ottobre dopo essere entrato nel consolato del suo Paese a Istanbul.

Il fondatore di Virgin Group, Richard Branson ha annunciato la sospensione di due progetti in ambito turistico in Arabia Saudita e l’interruzione delle consultazioni per investimenti in progetti spaziali. Anche Uber, con il suo amministratore delegato ha annunciato che non parteciperà a un importante evento a Riyad.

Assenza pesantissima perché il fondo sovrano saudita ha investito 3,5 miliardi di dollari in Uber nel 2016. Le riforme del sovrano Mohammed bin Salman hanno aperto il paese al mondo, ma adesso nessuno vuole associare il proprio nome o quello dell'azienda a una nazione sospettata di assassinare i propri dissidenti.

Come se non bastasse anche le tensioni con la Turchia gettano benzina sul fuoco. Dice un analista.

Hilal Khashan: "La Turchia è in una brutta posizione. molti sauditi hanno investito in business turchi. E la Turchia ha difficoltà con l'amministrazione Trump che ha imposto sanzioni contro Ankara e dei sauditi è alleata. Da una guerra commerciale fra Ankara e Riyad sarebbero i turchi a perderci. Ankara non vuole aggiungere altri problemi a quelli che ha già, anzi vorrebbe cercare di minimizzarli la bilancia degli investimenti in questo caso pesa dalla parte dell'Arabia Saudita".

Problemi anche dal punto di vita turistico, mezzo milione di sauditi visitano la Turchia ogni anno.

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