Decreto Sicurezza: cancellato il permesso di soggiorno per motivi umanitari

Decreto Sicurezza: cancellato il permesso di soggiorno per motivi umanitari
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Di Michele Carlino
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Il governo italiano vara le norme volute dal leghista Salvini. L'opposizione: "Molti i dubbi di incostituzionalità"

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Si chiama Decreto Sicurezza ma i suoi effetti principali li produrrà in tema di accoglienza e protezione umanitaria dei profughi e degli stranieri. Il provvedimento approvato all'unanimità dal Consiglio dei ministri italiano, ispirato dal responsabile leghista dell'Interno Matteo Salvini, cambia radicalmente l'approccio fin qui seguito per la gestione dei flussi di richiedenti asilo, e solleva dubbi di costituzionalità che potrebbero rallentare la firma del capo dello Stato Mattarella.

L'articolo 1 del testo riguarda l'abrogazione del permesso di soggiorno per motivi umanitari, una misura di protezione garantita a quanti non si siano visti riconoscere lo status di rifugiato politico. Secondo dati del ministero dell'Interno nel 2017 le domande di asilo sono state oltre 81.527, e solo il 25 per cento del totale ha avuto esito positivo. Col Decreto l'asilo verrà riconosciuto solo in casi indicati specificamente.

Riace, un murale

Scompariranno di fatto gli Sprar, strutture gestite dai comuni con piccoli numeri di stranieri in cui si svolgono corsi di italiano e attività di formazione, che resteranno solo per chi ottiene lo status di rifugiato. I migranti verranno trasferiti nei Centri di permanenza per il rimpatrio, potranno restarci più a lungo, prima di venire riportati nei paesi d'origine.

E quindi verrà cancellata anche l'esperienza di Riace, in Calabria, dove da dieci anni si sperimenta un modello di accoglienza e integrazione preso ad esempio anche fuori dall'Italia. "Il Decreto farà aumentare a dismisura il numero di quelli che continuano a chiamare "clandestini": con tutte le conseguenze negative che ne deriveranno", dice Mimmo Lucano, che a Riace è il sindaco.

Domenico Lucano, sindaco di Riace

Almeno tre i dubbi sulla costituzionalità del testo varato dal governo italiano, che nel caso dei richiedenti asilo riguardano il raddoppio dei tempi massimi di permanenza nei centri e l'espulsione automatica dopo una condanna di primo grado, oltre alla possibilità di revocare la cittadinanza italiana precedentemente acquisita.

All'entusiasmo dei leghisti - che vedono il Decreto come il primo passo verso un più ampio giro di vite che avvicinerà l'Italia all'Ungheria di Orban e agli scenari preferiti dallo statunitense Bannon - si accompagna lo scetticismo di alcuni settori del Movimento Cinque Stelle. Roberto Fico, presidente della Camera, ha ammonito: "La sicurezza si realizza costruendo altri diritti. Prendere il tema solo dalla parte del bastone significa fare una politica securitaria, ma non di sicurezza".

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