Tennis: Serena Williams non smette di far discutere

Tennis: Serena Williams non smette di far discutere
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Di Antonio Michele StortoRoberto Alpino
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Dopo i 17mila dollari di ammenda in cui è incorsa, non si placa l'eco della sfuriata di cui Serena Williams si è resa protagonista contro l'arbitro, durante la finale dell'US Open

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Non smette di far discutere la sfuriata di Serena Williams contro l'arbitro durante la finale dell'US Open.

La tennista statunitense ha lamentato di aver ricevuto un trattamento che un uomo, per gli stessi fatti, non avrebbe ricevuto.

Nell'occhio del ciclone è finita una vignetta del giornale australiano Herald Sun, che l'ha ritratta a fine partita, in una sorta di satira a sfondo razzista.

Mark Knight, vignettista:

"Quando ho disegnato quel cartone - dice l'autore - non pensavo alla politica razziale in America, vedevo semplicemente la giocatrice numero uno al mondo, una delle più grandi di tutti i tempi che ho ammirato e disegnato molte volte, l'ho disegnato senza secondi fini, non mi aspettavo che sarebbe stato raccolto e usato come simbolo del razzismo e della politica di genere negli Stati Uniti".

Il web si è subito schierato contro il giornale: in un tweet, J.K. Rowling, autrice della saga di Harry Potter, ha espresso il suo disappunto, definendo la vignetta "razzista e sessista".

Intanto, la categoria arbitrale invita Serena a chiedere scusa, pena il non volerla più arbitrare.

Craig Tiley, Direttore Australian Open:

"Lo sport deve davvero chiarire le tematiche inerenti il coaching: avremo o no l'allenatore in campo? E come sarà consentito? Occorrono dati certi nello sport, penso si debba guardare in questa direzione, lo sport ha bisogno di unione per risolvere questo problema: poi, una volta risolto, cose come quelle accadute in finale non si verificheranno più".

A difendere la Williams ci ha pensato pure Novak Djokovic.

"Ho una mia opinione personale - dice quest'ultimo - : forse l'arbitro non avrebbe dovuto spingere Serena al limite, soprattutto in una finale del Grande Slam.

Forse ha cambiato il corso della partita, forse no: a mio avviso, probabilmente non era necessario, tutti noi passiamo attraverso le nostre emozioni, specialmente quando si lotta per un trofeo del Grande Slam".

Oltre al danno, per Serena Williams era arrivata la proverbiale beffa: dopo aver perso la finale degli Us Open contro la giapponese Naomi Osaka, la tennista statunitense si è ritrovata a dover pagare per tre diverse violazioni.

Oltre ai segnali vietati scambiati con l'allenatore, c'è la sfuriata contro l'arbitro che l'aveva richiamata, e la racchetta distrutta in un gesto di rabbia.

La sanzione totale è stata di 17mila dollari, sottratti dal montepremi da quasi due milioni portato a casa dalla campionessa.

Alla Williams però non sta mancando il sostegno dell'ambiente tennistico: su twitter, sono in molti tra colleghi ed ex colleghi a difenderla, sostenendo che l'arbitraggio del giudice di gara, Ramo,s sia stato troppo severo.

In realtà, però, la Williams non è nuova a questo genere di sfuriate: nel 2009, sempre agli US Open, la campionessa fu protagonista di una furiosa litigata con una giudice di linea, che aveva chiamato un fallo di piede durante la semifinale, che finì poi per perdere con la belga Kim Clijsters.

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