Maradona, nuova carriera in Messico tra applausi e polemiche

Maradona, nuova carriera in Messico tra applausi e polemiche
Di Antonio Michele Storto
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Allenerà una squadra di seconda divisione, la cui società è però sospettata di legami col narcotraffico. La stampa locale: "prima di allenare, si disintossichi"

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I Dorados di Sinaloa, una squadra di calcio della seconda divisione messicana, stanno celebrando l'arrivo del loro nuovo allenatore: niente meno che Diego Armando Maradona.

Dopo le escandescenze a cui si è lasciato andare sulle tribune del mondiale di Russia, il Pibe de oro è ora pronto a lanciarsi in questa nuova avventura: ad accoglierlo all'aeroporto di Culiacan, il presidente del suo nuovo club Jose Antonio Nunez. "Se troveremo la forza e il coraggio di gareggiare in stadi gremiti di gente - ha dichiarato il campione - credo che riusciremo a vincere". 

In realtà, come spesso accade, anche questa nuova impresa di Maradona parte nel segno della controversia. Alla vigilia del suo arrivo in Messico, in un duro editoriale, il quotidiano "El Universal" ne ha contestato l'ingaggio e lo stipendio stellare, circa 150mila dollari al mese, "paragonabile - sottolinea la testata - a quello di grandi allenatori del calcio messicano e questa è una mancanza di rispetto". Commentando il contegno decisamente sopra le righe che l'ex calciatore argentino ha tenuto sugli spalti dei Mondiali di Russia, l'editorialista del Universal aggiunge che prima di pensare ad allenare "Maradona dovrebbe iniziare una cura per disintossicarsi perché non è un esempio che rappresenta i valori dello sport".

Nell'occhio del ciclone, non da oggi, c'è lo stesso club che El Pibe andrà ad allenare: da tempo sulla società grava il sospetto di legami con il famigerato Cartello di Sinaloa, una delle più spietate organizzazioni nel narcotraffico a livello planetario, il cui padrino, Joaquim Guzman, conosciuto col nomignolo di "El Chapo", è attualmente detenuto negli Stati Uniti.

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