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Si teme nuova crisi umanitaria in Siria

Si teme nuova crisi umanitaria in Siria
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Di Paolo Alberto Valenti
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Damasco pronta a riconquistare Idlib. 3 milioni di civili rischiano di finire in una nuova crisi umanitaria

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Bashar al-Assad, l'uomo forte di Damasco, grazie al potente alleato Vladimir Putin, potrà ristabilire lo status quo precedente al marzo 2011, quando lo scontro divenne autentica guerra per procura fra le grandi potenze.

Dopo Aleppo, la Ghouta orientale e Douma, il governo siriano punta a nord per strappare ai ribelli la regione di Idlib. Scacchiera o labirinto la torta siriana ha allettato molti commensali in un banchetto finito tutto a scapito delle popolazioni civili sterminate oppure costrette alla fuga.

Dall'imminente offensiva governativa sono escluse solo alcune zone curde nel nord e il settore centro meridionale (e orientale), perlo più zone desertiche dove sono scappati i miliziani del califfato.

Assad è quindi riuscito a smarcarsi da una situazione di crisi che all'inizio del confliftto lo dava praticamente per spacciato visto che Washington aveva reclamato a gran voce la sua testa.

Ma la situazione a Idlib com'è? Il nord ovest della Siria, è l'ultima asponda per i siriani sfollati e i ribelli costretti a lasciare i territori ripresi da Damasco. Nella regione si ammassano gli oppositori di Bashar al Assad timorosi di ritorsioni. L' ultima roccaforte della ribellione contro Assad attende in una calma apparente lo scontro finale ma c'è chi si preoccupa dell'ulteriore emergenza sanitaria che potrebbe esplodere per le oltre 3 milioni di persone di stanza nell'area.

Il Papa lo ha detto all'Angelus del 2 settembre.

Il mondo cattolico è in allerta: all'agenzia AsiaNews il nunzio apostolico a Damasco, card. Mario Zenari, sosiene che la situazione tiene col fiato sospeso. La speranza è che qualcosa si muova per evitare il peggio.

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