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La premier May contro il business dei cuccioli

La premier May contro il business dei cuccioli
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Di Eloisa Covelli
Pubblicato il Ultimo aggiornamento
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Vuole vietare ai negozi di vendere cani e gatti di meno di sei mesi

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Il governo inglese vuole impedire ai negozi di animali di vendere cani o gatti di meno di sei mesi. Un business che riguarda solo nella Gran Bretagna dai 40 agli 80mila cuccioli ogni anno. La vendita dei piccoli nei negozi, è questo il ragionamento che fanno gli inglesi, comporta un distacco precoce dalle mamme e condizioni di vita peggiori.

Si tratterebbe di un'estensione della cosiddetta legge di Lucy, che già impedisce di vendere cuccioli di meno di 8 settimane.

Lucy è la cagnolina simbolo dello sfruttamento delle femmine, usate come macchine da riproduzione nel business dei cuccioli. Trovata in Galles nel 2013 in pessime condizioni fu salvata da Lisa Garner, proprietaria di una boutique per cani nel Warwickshire, che se n'è presa cura per tre anni, fino alla sua morte.

«Quando ho visto per la prima volta Lucy non si capiva neanche di che razza fosse - ha raccontato Lisa Garner al Daily Mail - Aveva ampie chiazze prive di pelo sul corpo, la schiena era ricurva probabilmente perché tenuta in una gabbia così stretta da impedirle di muoversi. Addosso aveva un odore di carne bruciata: l’ammoniaca delle sue urine in cui era costretta a dormire l’aveva letteralmente ustionata».

Lucy è diventata il simbolo della battaglia animalista nel Regno Unito. La sua pagina Facebook è ancora molto seguita.

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