Grecia, la crisi è quasi finita ma il debito pesa ancora

Grecia, la crisi è quasi finita ma il debito pesa ancora
Di Elena Cavallone
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Le riforme varate daranno i furtti fra molto tempo, intanto i giovani qualificati restano all'estero

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La Grecia ha finalmente raggiunto la via d'uscita dalla crisi e dai programmi di salvataggio dopo otto anni di austerità e drammi consecutivi. L'estate è considerata il punto di svolta per il Paese e giovedì i ministri delle finanze dell'Eurozona sono pronti a decidere sulla riduzione del debito e la sorveglianza post programma. In questi anni la Grecia ha perso oltre un quarto del PIL e una parte significativa di giovani qualificati.

Lia Kourou ha 37 anni, ha studiato economia marittima ad Atene, un master a Newcastle e l'avvio della sua carriera in Grecia, dove le cose non sono andate come si aspettava. Ha dovuto affrontare condizioni di lavoro basse e discriminazione. Al culmine della crisi, decise di venire qui in Lussemburgo per lavorare in una società di consegne.

"Nonostante tutte le sofferenze che abbiamo dovuto affrontare in questi anni - afferma- nulla è cambiato, le cose sono rimaste uguali. Qui ho un orario fisso di lavoro, tempo libero per me stesso, il Lussemburgo ha un sistema sanitario che è estremamente buono e non voglio tornare alla precarietà e all'incertezza della Grecia".

Penso che per vedere dei cambiamenti necessari avremo bisogno di almeno 20 o 30 anni. Solo in quel momento le persone altamente qualificate potranno tornare indietro. Ma noi non saremo più giovani.

Ma cosa si dovrebbe fare per far sì che la Grecia si regga in piedi? La Banca europea per gli investimenti ha già finanziato molti progetti imprenditoriali in Grecia, pari al 10 per cento del suo PIL per creare crescita e occupazione.

"Stiamo seguendo i piani concentrandoci sui settori dei trasporti e dell'energia- assicura Jonathan Taylor, vicepresidente della banca europea degli investimenti-. Penso che sia importante continuare a modernizzare le autostrade, i sistemi di trasporto in generale e le comunicazioni tra le diverse parti, tra le isole e la terraferma, ad esempio. Non esiste un punto finale magico dove improvvisamente tutto è perfetto. Dobbiamo solo assicurarci che tutto vada nella giusta direzione"

Ma ancora, anche se la situazione va migliorando, ora è il momento di decidere cosa ne sarà del debito. Angel Gurria dell'OCSE ritiene che un debito del genere potrebbe frenare la crescita delm Paese.

"La Grecia ha già fatto il suo dovere e ne ha subito le conseguenze, è stata coraggiosa e ora vede il risultato di queste riforme. La domanda è: come si fa ad andare avanti con un debito del 180% del PIL sulle spalle? In assenza di una riduzione nominale del debito la Grecia non potrà cogliere i frutti delle proprie riforme senza essere vincolata dal debito che limita la crescita futura".

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