In 25 dei 28 stati membri dell'UE le forze euroscettiche sono riuscite a entrare in parlamento
Non c'è molto da festeggiare questo 9 maggio, data in cui si celebra la giornata dell'Europa. A guastare la festa sono i dati che mostrano che l' euroscetticismo sta guadagnando terreno in quasi tutti gli stati membri.
Le forze euroscettiche sono infatti riuscite a entrare in 25 dei 28 parlamenti nazionali. In Italia hanno conquistato il 65% dei seggi, superando il successo ottenuto in Ungheria e Polonia, dove invece si attestano al 50%.
E anche se le ragioni del loro successo differiscono da paese a paese, gli elettori hanno un elemento in comune, spiega Jean-Michel De Waele, dell'Università Libera di Bruxelles.
"Sono tutti dei gruppi sociali che hanno l'impressione di essere stati abbandonati e di essere i perdenti della globalizzazione, spesso associata all'Unione europea".
In Italia, la crisi economica ha messo a dura prova i cittadini che hanno assistito alla distruzione dello stato sociale, mentre l'Ungheria e la Polonia, invece, hanno vissuto la ridistribuzione dei rifugiati come qualcosa di imposto da Bruxelles e in contrasto con la loro tradizione culturale.
In ogni caso, l'Europa deve reagire. Jean-Michel De Waele ritiene che tra tutte le sue responsabilità, l'UE abbia deciso di occuparsi esclusivamente del lato economico e finanziario. L'Europa sociale sembrea non esistere più e questi sono gli effetti.
Riprese e interviste di Ana Lazaro Bosch, euronews