Siria, raid missilistico contro obiettivi militari, ufficiali iraniani tra le vittime

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Diritti d'autore REUTERS
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Di Antonio Michele Storto
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A riportarlo è la tv di Stato di Damasco, oltre che l'agenzia di stampa iraniana Isna. Imissili balistici sarebbero partiti da basi nel nord della Giordania, ma resta incerta la paternità dell'attacco

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Sarebbe di almeno 40 morti e 60 feriti il bilancio di una serie di attacchi missilistici avvenuti la scorsa notte su  installazioni militari nel nord della Siria. La notizia è stata riportata dalla tv di Stato di Damasco e dall'agenzia di stampa iraniana Isna, che tra le vittime conteggia anche 18 ufficiali iraniani. Stando a quanto emerso finora, i 9 missili balistici sarebbero partiti da basi militari nel nord della Giordania, colpendo un deposito d'armi della 47esima brigata dell'Esercito siriano nei dintorni di Hama e alcune basi nei pressi dell'aeroporto d'Aleppo, notizia quest'ultima confermata anche dall'Osservatorio siriano sui diritti umani. Non è ancora chiara, invece, la paternità dell'attacco. 

La notizia arriva  nel mezzo del viaggio ufficiale che, proprio in Giordania, sta compiendo il Segretario di stato Usa Mike Pompeo, e all'indomani di una bruciante sconfitta per l'esercito lealista, che nella giornata di ieri - nella zona petrolifera di Deir Ezzor - ha sottratto brevemente il controllo dei villaggi di Janeen e Jiyah alle milizie arabo-curde delle Syrian Democratic Forces, prima di esserne nuovamente espulsi.

Secondo un portavoce curdo dello Ypg, milizia preponderante nelle Sdf, il contrattacco avrebbe colpito "truppe siriane supportate da forze russe", respingendole "molto lontano". Non è ancora chiaro se le truppe statunitensi,  che mantengono una presenza consistente nella zona, abbiano preso parte all'offensiva, ma Washington ha confermato a Reuters che, dopo l'attacco, i "canali di deconfliction" sono stati utilizzati per evitare che la situazione degenerasse. 

Lo scorso febbraio, gran parte delle forze curde avevano abbandonato l'area di Deir Ezzor - dove con le truppe statunitensi erano ancora impegnate nella neutralizzazione degli ultimi gruppuscoli di Daesh - per convergere verso il cantone di Afrin, sotto attacco da parte dell'esercito turco e di milizie turcomanne. Ai primi di aprile, però, i curdi hanno iniziato a rientrare nell'area, dove meno di due settimane fa hanno annunciato la cattura di Mohammed Zammar, ex qaedista della "vecchia guardia" passato tra le fila di Daesh, che nel 2000 fu tra i reclutatori della famigerata "cellula di Amburgo", tra gli esecutori deglo attacchi dell'11 settembre.  

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