Il Tribunale penale internazionale per i crimini nell’ex Jugoslavia ha condannato in appello a dieci anni di reclusione l’ultranazionalista serbo, che si dice "orgoglioso" dei reati ascrittigli
Il Tribunale penale internazionale per i crimini nell’ex Jugoslavia ha condannato in appello l’ultranazionalista serbo Vojislav Seselj a dieci anni di carcere per crimini contro l’umanità.
La pena è già stata coperta dal periodo passato in detenzione, che è di dodici anni; in primo grado Seselj, fondatore di un partito di estrema destra serbo che lo ha portato ad essere eletto Deputato, nel 2016 era stato assolto dai capi di imputazione.
Fu incriminato nel 2003 dal Tribunale Penale Internazionale per l'ex-Jugoslavia per crimini contro l'umanità e violazioni delle leggi e delle usanze di guerra in Croazia, Bosnia - Erzegovina e Vojvodina, e accusato di "discorsi e dichiarazioni che hanno contribuito alla decisione di commettere questi crimini".
Seselj si è detto "orgoglioso" dei reati per i quali è stato condannato in appello dai giudici, e "pronto a ripeterli in futuro".