Mark Zuckerberg a Washington, davanti alle Commissioni del Commercio di Senato e Camera, prosegue con il suo mea culpa
Continua a cospargersi il capo di cenere Mark Zuckerbergper aver permesso alla società Cambridge Analytica di usare i dati personali di circa 87 milioni di utenti Facebook. Per la prima volta il 33enne multimiliardario sta rendendo conto al Congresso statunitense, con due audizioni tra martedì e mercoledì davanti alle Commissioni del Commercio del Senato e della Camera.
Quarantaquattro senatori e quattro minuti a testa per affrontare con Zuckerberg tematiche anche tecniche, troppo poco per approfondire, ha detto ai giornalisti il presidente della Commissione senatoriale Bill Nelson, difficile dunque che l'audizione condurrà a misure normative per un maggiore controllo delle piattaforme social. Il senatore tuttavia ribadito l'urgenza della questione di una maggiore difesa della privacy dei cittadini sulle reti social.
Zuckerberg si è assunto la responsabilità personale dell'incauta gestione dei dati da parte della sua creatura: "Non abbiamo fatto abbastanza prevenzione contro malintenzionati" per quanto riguarda "fake news, interferenze estere nelle elezioni e seminatori di odio", ha detto. "Il nostro grande sbaglio è stato quello di non avere adeguata consapevolezza della nostra responsabilità".
"Ciò che è importante non è cosa dichiarerà questa settimana, visto che non è la prima volta che si scusa, ma come lo farà", sottolinea Jessi Hempel, reporter della rivista Wired. Facebook deve dimostrare in tempi rapidi che merita la fiducia dei suoi iscritti, visto che il modello economico con cui il social è fiorito è basato sull'utilizzo delle informazioni personali.
In questi giorni Facebook sta avvisando gli utenti i cui dati potrebbero essere stati manipolati da Cambridge Analytica. Sta inoltre intensificando i messaggi di allerta per aumentare la consapevolezza dei fruitori della rete.