Primo giorno di colloqui al Quirinale per la formazione del nuovo governo. Un percorso al buio tra veti e appelli, attesa fumata nera.
Iniziate le consultazioni per formare il nuovo governo ma tra appelli televisivi, riunioni di partito, minacce e inviti, è ancora anche fuori dal Quirinale che si sondano possibili alleanze.
Il più attivo a ridosso della prima giornata di riunioni quirinalizie è stato il capo politico del M5s Luigi Di Maio che ha aperto a un governo con Pd o con la Lega mai con Forza Italia sollevando un polverone.
Il suo collega di partito, però, il presidente della camera Roberto Fico ha lasciato il Quirinale senza rilasciare dichiarazioni alla stampa, segno che la prudenza è tanta.
Nessuna dichiarazione anche dalla presidente del senato, la forzista Elisabetta Alberti Casellati, la prima ad incontrare Mattarella; ricevuto anche il presidente emerito Giorgio Napolitano e nel pomeriggio i primi gruppi parlamentari: per le autonomie e i gruppi misti.
Solo questo giovedì sarà la volta dei gruppi più numerosi: Pd, Forza Italia, Lega, M5s, in ordine crescente, ma difficilmente si arriverà a un preincarico alla fine del primo giro di consultazioni. Tanto più che il presidente della Repubblica Sergio Mattarella preme per un'alleanza sui programmi, i grandi innominati nei giorni del grande risiko.