L'Italia è ancora una "democrazia imperfetta" secondo l'Economist

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Di Lillo Montalto Monella
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L'ultima edizione del Democracy Index 2017 del magazine britannico registra il peggior declino a livello globale. Dal 2016 ad oggi, nessuna regione ha registrato un miglioramento del suo punteggio medio, pesa la polarizzazione dell'elettorato e della società

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L'Italia deve aspettare ancora prima di essere classificata come "democrazia a pieno titolo", secondo l'Economist. Il nostro Paese appare al 21° posto del Democracy Index stilato da*The Economist Intelligence Unit *ma solamente le prime 19 posizioni sono abitate da democrazie ideali, non imperfette.  

Nel mondo, si legge, la democrazia sta assistendo ad una fase di deterioramento, con il peggiore dato da quando è scoppiata la crisi. Ben 89 Paesi hanno visto un calo nella loro valutazione totale a fronte di un miglioramento in 27 stati. Le regressioni più accentuate si sono avute in Europa: nell'Est del Continente non c'è una singola "democrazia piena", un poco invidiabile primato coniviso con Medio Oriente e Nord Africa.

Il rapporto fa una fotografia dello stato di salute della democrazia nel mondo, analizzando 165 Stati indipendenti e 2 territori. Al primo posto si trova la Norvegia con un punteggio di 9.87, all'ultimo posto la Corea del Nord con score di 1.08. La valutazione si basa su cinque categorie e 60 indicatori totali: 

  • processi elettorali e pluralismo; 
  • libertà civili; 
  • funzionamento del governo;
  • partecipazione politica; 
  • cultura politica.

Dal 2016 ad oggi, nessuna regione ha registrato un miglioramento del suo punteggio medio e gli elettorati sono sempre più polarizzati. 

La libertà di espressione e quella dei media, in particolare, "deve confrontarsi con nuove sfide poste da entità statali e non". Solamente l'11% della popolazione del pianeta ha accesso ad un'informazione davvero libera. Sotto questo punto di vista, nessuno batte l'Australia, il Canada e la Danimarca nel mondo.

Il caso spagnolo e quello italiano

Ogni Paese è classificato in una di queste quattro categorie: democrazie piene (19), democrazie imperfette (57), regimi ibridi (39) e regimi autoritari (52). Il 50.7% della popolazione mondiale vive governato da un regime, ibrido o autoritario che sia.

L'Italia è etichettata come democrazia imperfetta: penalizza molto il** funzionamento della macchina governativa**, per noi il parametro peggiore. Promossi processi elettorali e pluralismo e libertà civili che hanno punteggio maggiore rispetto agli USA, per esempio. La stampa è ancora "parzialmente libera", con un punteggio sotto la media.

L'anno scorso, il calo più marcato nei Paesi vicini a noi è stato registrato da Malta (-0,24), soprattutto per via dell'uccisione della giornalista Daphne Caruana Galizia; Spagna (-0,22), Turchia (-0,16) e Francia (-0,12). 

Con 8.08, il punteggio della Spagna rimane appena al di sopra della soglia di 8 per configurarsi come democrazia a pieno titolo per via del caso Catalogna e degli effetti del referendum del 1 ottobre scorso.

Russia, Bielorussia e Kazakistan sono configurati come regimi autoritari.

Aumenta la polarizzazione tra la classe politica e gli elettori alienati

Secondo Luce (2017), si legge nel report, il nocciolo della crisi democratica occidentale è che "le nostre società sono divise" tra volontà del popolo e governo di esperti: **la tirannia della maggioranza contro il club degli addetti ai lavori. **La Gran Bretagna contro Bruxelles, West Virginia contro Washington. Ne consegue che l'elezione di Trump e l'uscita di UK dalla UE sono una riaffermazione della volontà popolare". 

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