La mega-batteria di Tesla ha fatto guadagnare 650mila euro in 2 giorni

La mega-batteria di Tesla ha fatto guadagnare 650mila euro in 2 giorni
Diritti d'autore REUTERS/Lucy Nicholson
Di Stuart William Oates
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Nata come mossa di marketing su Twitter, è diventata realtà e ha risolto un grande problema. Ora permette all'azienda di Elon Musk di macinare utili

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Meno di un anno fa, Elon Musk, CEO di Tesla, scrisse su Twitter che avrebbe potuto risolvere un grande problema energetico in Australia installando una batteria gigante. Come se non bastasse, aggiunse che l'avrebbe realizzata entro 100 giorni dalla firma del contratto. Altrimenti il tutto sarebbe stato offerto dalla casa. 

La scommessa da 50 milioni di dollari deve aver fatto venire i sudori freddi agli investitori della compagnia. Eppure non solo la promessa è stata mantenuta, ma la mega-batteria è stata costruita in appena 60 giorni - con un anticipo di 40 sui tempi previsti di consegna. Da allora, la soluzione di stoccaggio dell'energia mantiene stabile la potenza nella regione del New South Wales, indipendentemente dalla domanda. In un'occasione, è stata in grado di passare da 0 a 100 MW di produzione in 140 millisecondi, là dove una grande centrale a carbone avrebbe fallito.  

Non solo: per quanto impressionante possa essere tutto questo, non è il motivo degli introiti fatti registrare dalla Tesla. Questi derivano dalla situazione in cui versa il mercato dell'energia in Australia, estremamente volubile.

Come scrive Giles Parkinson su Reneweconony, il 18 e 19 gennaio le fluttuazioni della domanda e dei livelli di produzione sono state così elevate che la batteria Tesla, capace di accendersi e spegnersi in un'istante, potrebbe essere stato pagata fino a 1000 dollari australiani per MWh per caricarsi, così da utilizzare le riserve di energia per mettersi al sicuro dal cambio dei livelli di domanda e di offerta.

Quindi sarebbe stata in grado di rivendere l'energia al momento di picco della domanda ad un prezzo indicativo di 14.000 dollari australiani per MWh. Parkinson ha stimato che, con la capacità inutilizzata del sistema, Tesla e i partner Neoen potrebbero aver fatto registrare guadagni per circa 1 milione di dollari USA (650mila euro). 

Anche se questa già di per sè potrebbe essere una buona notizia per gli investitori, è bene considerarne le implicazioni sul mercato. 

Considerare l'impianto di Tesla come una vera macchina da soldi, piuttosto che una mossa PR o una boutade da Twitter, probabilmente farà sì che gli ordini di simili soluzioni in tutto il mondo aumentino, e di pari passo potrebbe migliorare l'efficienza dei sistemi dipendenti da energie rinnovabili come il solare o l'eolico.  

Mentre queste tecnologie sono calate di prezzo per competere con le centrali elettriche a combustibili fossili, arrivando perfino a scendere al di sotto di esse, il loro punto di forza è sempre stato una maggiore adattabilità alla domanda.

Un tipo di accumulo energetico come questo, efficiente e conveniente, è considerato un po' come il Santo Graal del settore - un po' come l'auto elettrica nel mercato delle quattro ruote.

Le tecnologie di immagazzinamento dell'energia, diverse dagli accumulatori agli ioni di litio, sono in fase di sviluppo in tutto il mondo, ma la loro adozione è stata lenta in quanto il sistema di immagazzinamento non era stato testato su scala sostanziale. Accanto ad un parco eolico, il sistema di batterie Tesla da 100MW/129MWh sarebbe in grado di alimentare circa 30.000 abitazioni per circa un'ora.

In Australia hanno preso coraggio ed è già in costruzione - da parte di un'altra azienda - un sistema di batterie più grande, da 100MW/400MWh, assieme a 3.4 milioni di pannelli solari. 

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