Vite blindate a Charlie Hebdo a tre anni dal massacro

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Diritti d'autore REUTERS/Christophe Ena/Pool
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Di Salvatore Falco
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I responsabili del settimanale chiedono al Presidente francese Emmanuel Macron sostegno da parte dello Stato.

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A tre anni dall'attacco jihadista contro Charlie Hebdo la redazione è ancora costretta a vivere in un bunker dal persistere delle minacce. E oggi, i responsabili del settimanale chiedono al Presidente francese Emmanuel Macron sostegno da parte dello Stato.

Il 7 gennaio 2015, due jihadisti francesi, Cherif e Said Kouchi, affiliati ad al qaeda, fecero irruzione uccidendo 11 persone negli uffici Charlie Hebdo. L'assalto, in cui fu ucciso anche un poliziotto che cercò di fermare i due attentatori, fu uno shock per la Francia.

I redattori della pubblicazione satirica sono ancora costretti a mantenere segreto l'indirizzo del giornale che affronta 1,5 milioni di euro di costi per la sicurezza ogni anno.

La giornata di commemorazione di Macron è proseguita anche all'hyper Casher dove due giorni dopo l'attentato a Charlie Hebdo, un altro estremista francese prese in ostaggio per quattro ore i clienti di questo supermercato ebreo a Parigi, uccidendo cinque persone prima di essere ucciso a sua volta in un raid della polizia.

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