Il vicepresidente sudafricano prende la guida del congresso nazionale africano la cui reputazione è stata intaccata dagli scandali di corruzione che hanno coinvolto il presidente Jacob Zuma.
Cambio ai vertici del congresso nazionale africano che prova a ricostruire la propria immagine in vista delle elezioni del 2019 in Sudafrica. Cyril Ramaphosa è stato eletto presidente del partito battendo di misura Nkosazana Dlamini, ex capo dell'Unione Africana ed ex moglie del presidente Jacob Zuma.
PUBBLICITÀSi conclude un'aspra campagna all'interno del partito, diviso fra l'ala moderata di Ramaphosa che ha insistito sugli scandali di corruzione del clan Zuma e quello di Dlamini che come l'ex marito sostiene una trasformazione radicale dell'economia a favore della maggioranza nera.
Ex sindacalista, diventato uno dei più ricchi imprenditori del Paese e vicepresidente sudafricano, Ramaphosa ha il compito di risollevare le sorti del partito che fra due anni rischia di perdere la maggioranza in parlamento per la prima volta dalla transizione democratica a causa degli scandali di corruzione che hanno segnato la presidenza di Jacob Zuma e della crisi economica.
Lo scorso anno il partito aveva già subito la sua peggiore sconfitta dalla fine dell'apartheid alle amministrative quando aveva perso Pretoria e Johannesburg.