Strage Las Vegas, "Paddock non ha agito solo"

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Di Margherita Criscuolo
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Polizia a caccia di eventuali complici, mistero sul movente

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È ancora giallo sul movente della strage di Las Vegas ma Steven Paddock potrebbe aver avuto dei complici. Questa l’ipotesi ventilata dallo sceriffo locale: impossibile, a suo dire, che nessuno abbia notato l’arsenale del killer anche se, negli attimi della follia omicida, nella stanza d’albergo del Mandalay Bay non c’era nessun altro, oltre a lui.
Le indagini proseguono a tutto campo: resta ignoto cosa abbia spinto Paddock a uccidere. L’Fbi ha fatto appello a chiunque abbia informazioni che potrebbero aiutare a risolvere il mistero.

“Siamo sicuri che nella stanza d’albergo non ci fosse un altro sparatore – ha detto il vicesceriffo Kevin McMahill -. Quello che non posso ancora confermare, e su cui continuiamo ad indagare, è se qualun altro fosse a conoscenza del piano prima che venisse messo in atto. Ci stiamo soffermando su ogni aspetto della vita di Paddock, dalla nascita alla morte”.

Mentre emergono nuovi dettagli sul caso – come la prenotazione da parte di Paddock anche di altre stanze d’hotel a Chicago, in concomitanza di un altro festival di musica, segno che quello compiuto al concerto country di Las Vegas fosse probabilmente solo un tassello di una più ampia strategia criminale – vicino al luogo del massacro sono state poste 58 croci bianche in ricordo delle vittime.

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