Samim Bigzad è arrivato nel Regno Unito nel 2015 per sfuggire ai talebani e prendersi cura del padre malato, ma la sua richiesta d'asilo è stata respinta
La Gran Bretagna aveva rifiutato la sua domanda di asilo e un giudice ne aveva disposto il rimpatrio in Afghanistan. Ma il pilota del volo che da Londra avrebbe dovuto riportare in patria Samim Bigzad, immigrato 22enne, si è rifiutato di decollare una volta informato della storia del passeggero.
Bigzad è arrivato nel Regno Unito nel 2015 per stabilirsi da alcuni parenti nel Kent e prendersi cura del padre, affetto da problemi mentali dopo essere stato imprigionato e torturato dai talebani negli anni ’90. Ma, nonostante il padre abbia ottenuto nel frattempo la cittadinanza britannica, lo scorso luglio la sua richiesta di asilo è stata respinta.
A spiegare i motivi della sua fuga dall’Afghanistan è stato un cugino, il quale ha dichiarato all’Independent che Bigzad aveva dovuto lasciare il paese a causa delle ripetute minacce di morte ricevute dai talebani. Lo avevano messo nel mirino perché lavorava per un’azienda edile vicina al governo afghano e ad alcune società statunitensi.
Più di 3mila persone avevano firmato una petizione online promossa da parenti ed amici in cui si chiedeva che la richiesta di asilo di Bigzad fosse riesaminata. Una mobilitazione che non era servita a ritardare il rimpatrio, almeno fino all’intervento insperato di un pilota della Turkish Airlines, la cui identità è rimasta segreta.