L'opposizione vede questo centro come un gioco politico guidato dal governo e denuncia un flirt con Mosca
La città di Nis, in Serbia, ospita dal 2012 il centro di formazione e intervento russo-serbo in caso di catastrofi naturali e altre emergenze. Un’organizzazione di protezione civile, ma per l’opposizione al governo si tratta di una base militare segreta.
Viacheslav Vlasenko, responsabile del centro, replica con ironia: “Questo è un equipaggiamento molto segreto per le spie. E questo ragazzo è la prima vittima”.
L’opposizione anti-russa vede questo centro come un gioco politico guidato dal governo e denuncia quello che viene definito un flirt con Mosca.
L’ex premier Zoran Zivkovic, leader del partito liberale, critica l’ambiguità dell’esecutivo: “Dato che tutta la politica è orientata verso l’Unione europea, qualcuno probabilmente pensa che sia un bene tendere la mano a Mosca. Ma l’interesse di Mosca è che la Serbia resti un sassolino nella scarpa europea o americana”.
“Il futuro di questo Centro resta incerto, ma è noto che la Russia ha i suoi interessi in questa regione che sente molto vicina per questioni storiche – conclude il giornalista di euronews, Borjan Jovanovski – I popoli dei Balcani sentono la cultura slava e ortodossa russa molto vicina alla loro, ma non deve ostacolare però le prospettive europee”.