Turchia dopo il referendum. Istanbul, una città divisa

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A dividere Instanbul non è soltanto il Bosforo.

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A dividere Instanbul non è soltanto il Bosforo. Dopo il referendum costituzionale la principale città della Turchia si scopre più spaccata che mai. Metà della popolazione in festa sventola i colori nazionali, metà denuncia un voto truccato. Ad Istanbul il si ha ottenuto il 48,6% a fronte del 51,3% del no.

“Ecco la propaganda che sta dietro al voto” dice un sostenitore del partito d’opposizione CHP. “Il governo ci lavora da 3 mesi. Ma a guardarli in faccia si capisce che hanno già perso. L’agenzia Anadolu News ha conteggiato il 99% dei voti in 2 ore ma per l’ultimo 0,1% c’hanno messo 4 ore. Com‘è possibile?” chiede ai microfoni di euronews.

I sostenitori di Recep Tayyip Erdogan hanno dal canto loro una fiducia incrollabile nel Capo dello Stato, da oggi ancora più potente.

“È un risultato positivo” dice un simpatizzante dell’AKP, il partito di governo. “Il nostro Presidente Erdogan non è una cattiva persona. A qualcuno non piace ma ha fatto molto di buono per il Paese. Ha un sacco di programmi e dai tempi di Atatürk non c‘è stato un leader migliore di Erdogan. Che Dio lo protegga”.

Senada Sokollu, corrispondente in Turchia per euronews: “Istanbul è in preda alla confusione. Il governo turco ha dichiarato la vittoria del si al referendum ma il CHP, principale partito d’opposizione, accusa il governo di frode”.

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