Più velocità per salvare l'Europa. Versailles invoca le "geometrie variabili"

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Di Diego Giuliani
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L'appello dei leader di Francia, Germania, Italia e Spagna: "Unità non è uniformità. Chi vuole vada avanti, senza obbligare né esser frenato da nessuno"

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Accettare un’Europa a più velocità, per salvarla da stallo e disintegrazione. È nella forma di un appello ai restanti leader dei Ventisette che incontreranno giovedì a Bruxelles, il compromesso partorito a Versailles da quelli di Francia, Italia, Germania e Spagna, François Hollande, Paolo Gentiloni, Angela Merkel e Mariano Rajoy.

A poco meno di tre settimane dal 25 marzo che segnerà i 60 anni dei Trattati di Roma, l’Europa che allora vide la luce apre insomma alle “geometrie variabili”.

Hollande: “Unità non è uniformità: liberi di andare avanti, senza obbligare (né esser frenati da) nessuno”

“L’unità non è l’uniformità” la formula a cui si affida il presidente francese Hollande: “Ed è per questo – dice – che auspico nuove forme di collaborazione in grado di permettere ad alcuni paesi di andare avanti con più decisione e rapidità, senza che altri restino emarginati o che possano opporsi”.

Le geometrie variabili secondo Angela Merkel: “Nessuno escluso, ma nessuno obbligato a seguire”

“Dobbiamo avere il coraggio di lasciare andare avanti alcuni paesi anche se altri non vogliono seguirli – sembra parafrasarlo la cancelliera tedesca Angela Merkel – . Un’Europa a più velocità è necessaria per andare avanti. Nessuno deve restare escluso, ma nessuno deve sentirsi obbligato ad aderire a ogni progetto”.

Gentiloni e l’accento sulla “Europa sociale”

Se la solidarietà deve restare a Ventisette, è il messaggio, la cooperazione rinforzata sarà invece solo tra volenterosi. Purché, sottolinea il premier Gentiloni, quella di domani resti un’Europa “sociale” in cui chi rimane indietro non veda la fonte, ma trovi la risposta ai suoi problemi.

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