Ma c'è chi lo attacca: troppa insistenza sull'etnicità e la religione nel governare il paese
La Turchia continua ad essere un crocevia di culture, dice il presidente Erdogan.
Nessun modo di vita è sistematicamente minacciato in Turchia
Presidente della Turchia
Dopo l’attentato di Istambul, le autorità islamiche turche si interrogano sull’opportunità, per i musulmani, di festeggiare ricorrenze estranee al culto. Un dibattito che potrebbe aver fatto da substrato alla scelta di colpire una discoteca la notte di San Silvestro.
Recep Tayyip Erdogan nega ogni responsabilità:
Nessun modo di vita è sistematicamente minacciato in Turchia, non lo permetteremo mai. Non l’abbiamo mai permesso da quando siamo al governo e sono già 14 anni. Chiunque dica il contrario deve provarlo con esempi concreti. Gli attentati vogliono mettere i turchi gli uni contro gli altri, non cederemo a questo gioco. Ha detto ancora il capo dello stato.
Da ‘zero problemi con i vicini’ alla guerra dietro casa
Il nazionalista islamico Erdogan risponde così anche alle critiche che gli sono giunte dall’opposizione, dal leader del Partito repubblicano del popoloCemal Campolat :
Fatemelo dire ancora una volta, come Partito repubblicano del popolo non faremo mai una politica fondata sull’etnia o la religione, non guideremmo mai il paese con questi criteri.
La Turchia è senz’altro in un momento difficile. Il paese è passato da una politica definita zero problemi con i vicini all’implicazione in guerre in due paesi confinanti, alla ripresa del conflitto con i curdi, senza contare il tentato golpe della scorsa estate.
Silopi (Turchia) ai confini con l’Iraq: era il 19 gennaio 2016
— Arturo D.L. (@artdielle) December 29, 2016
è passato #UnAnnoDiImmagini come queste.Quando finirà?AFPphoto</a> <a href="https://twitter.com/CasaLettori">
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