Fidel Castro e le tappe della storia recente di Cuba

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Un eroe per alcuni, un dittatore per altri.

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Un eroe per alcuni, un dittatore per altri. Una cosa è certa: Fidel Castro ha lasciato una grossa impronta sugli eventi internazionali degli ultimi cinquant’anni.

Leader della rivoluzione cubana, il giovane avvocato il giorno di Capodanno del 1959 sorprende il mondo intero rovesciando la dittatura del generale Batista.

Figlio di un ricco proprietario terriero, Castro trasforma Cuba da località turistica a potenza del Terzo Mondo. Con l’amico argentino Ernesto Guevara fonda il primo Stato comunista dell’emisfero occidentale.

Presto il nuovo regime cubano comincia a preoccupare i vicini Stati Uniti. Nel 1961 un migliaio di esuli cubani, reclutati ed addestrati dalla Cia, tentano lo sbarco nella Baia dei Porci per conquistare la parte sud-ovest di Cuba e rovesciare Castro. L’operazione fallisce. Nasce il mito del “Lider Maximo”.

Durante la guerra fredda il regime castrista – apertamente comunista e antiamericano – entra nella sfera d’influenza dell’Unione Sovietica. Il leader Nikita Krushchev concorda con Cuba l’installazione sull’isola di missili di media portata puntati verso gli Stati Uniti.

Ma gli americani riescono a fotografare i siti degli impianti di lancio, mostrando al mondo intero le prove delle manovre avversarie.

Il presidente statunitense John Fitzgerald Kennedy ordina il blocco navale dell’isola per impedire la consegna delle armi sovietiche. La crisi dei 13 giorni viene disinnescata in extremis, con il ritiro dei missili.

Nei tre decenni seguenti, l’URSS fa di Cuba il suo principale satellite in Occidente. Castro proseguirà nella sua relazione privilegiata con tutti i leader sovietici, a partire da Leonid Breznev.

L’isola approfitta del sostegno finanziario dell’URSS per costruire l’armata più potente del continente americano dopo gli Stati Uniti. Castro mantiene così un peso internazionale, inviando truppe in difesa dei regimi comunisti di Etiopia, Namibia ed Angola.

Dopo anni di privazioni e di difficoltà economiche, gli anni Ottanta offrono a Cuba una relativa prosperità, anche se l’isola dipende in massima parte dagli accordi commerciali privilegiati con il blocco sovietico.

Saranno Mikhail Gorbaciov e la sua politica di riconversione all’economia di mercato a porre termine a questi legami alla fine del decennio. Fidel Castro rifiuta tuttavia di abbandonare il modello comunista, scegliendo la via dell’isolamento.

Caduta in una profonda crisi economica, negli anni successivi una parte della società cubana cerca di lasciarsi alle spalle la penuria e l’oppressione di un regime che sembra non poter promettere un avvenire. Nell’estate del 1994 più di 30 mila cubani prendono il largo su imbarcazioni di fortuna per cercare di sbarcare sulle coste della Florida.

La visita di Papa Giovanni Paolo II, nel gennaio del 1998, ha una portata storica. Il Pontefice condanna l’embargo imposto trentacinque anni prima dagli Stati Uniti e chiede a Castro di liberare i prigionieri politici e di restituire la libertà ai cubani.

Nel giugno del 2001 il leader cubano si sente male mentre sta parlando davanti alle telecamere. Oratore infaticabile, per la prima volta in quarantadue anni Castro deve interrompere un discorso. La sua salute comincia a indebolirsi.

Nel 2006 il “Comandante” è costretto a lungo in ospedale e, inizialmente in modo temporaneo, decide di cedere i suoi poteri al fratello maggiore Raul.

Nel 2008, l’assemblea nazionale cubana elegge definitivamente Raul alla presidenza del Paese per assicurare la continuità del regime.

Da allora, Fidel Castro si è limitato a rare apparizioni sulla scena pubblica. Ad esempio quella a fianco del suo amico, l’allora presidente venezuelano Hugo Chavez, che considerava una sorta di discepolo.

La storia non si è fermata ad aspettarlo: Cuba ha intrapreso un processo di profondo cambiamento del sistema economico e sociale. Fino al suo ultimo respiro, però, l’anziano leader cubano ha voluto mantenere il suo animo rivoluzionario.

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“Non credevo che la mia vita potesse essere così lunga e che il nemico sarebbe stato così folle nella sua odiosa corsa per eliminare avversari determinati a combattere. In questa lotta impari, il nostro popolo ha mostrato la sua stupefacente capacità di resistere e di prevalere.”

Nel bene e nel male, Fidel Castro non ha mai mancato di lasciare il segno.

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