L'accordo sul nucleare nell'era Trump. Teheran: "Valutiamo alternative"

Teheran già evoca “opzioni alternative” all’accordo sul nucleare siglato lo scorso anno, se davvero la prossima amministrazione Trump dovesse stracciarlo, come minacciato in campagna elettorale.
“L’Iran sta adempiendo alla propria parte dell’accordo – ha detto da Praga il Ministro degli esteri iraniano Javad Zarif -. Anche sotto Obama, gli Stati Uniti non hanno fatto altrettanto. Quello raggiunto riteniamo sia un compromesso vantaggioso per tutti. Gli accordiamo la nostra preferenza, ma ciò non significa che non stiamo prendendo in considerazione altre opzioni”.
Nessun vincolo giuridico impedisce alle parti di sottrarsi all’accordo, dicono dalla Casa Bianca, ma in quel caso l’Iran potrebbe riprendere il suo programma nucleare militare. A difenderlo era intervenuto mercoledì lo stesso presidente iraniano Hassad Rohani, sostenendo che l’integrazione dell’accordo in una risoluzione del Consiglio di Sicurezza ONU impedisca ormai di modificarlo.
“Stralcio no, modifica sì. Ecco cosa farà Trump dell’accordo”
Mitigando i toni di Trump, che in campagna elettorale minacciava una totale marcia indietro sull’accordo, uno dei suoi consiglieri ha parlato a BBC Radio piuttosto di una “revisione” e “modifica” in alcuni suoi punti.
Qui l’intervento integrale (in inglese) del consigliere di Trump, Walid PharesSimili le dichiarazioni poi rilasciate dallo stesso Walid Phares anche alla televisione pubblica francese. In questo tweet, l’estratto del suo intervento (in francese) sull’emittente France2.
"#Trump veut faire un "recall" de l'accord sur le #nucléaire avec l'#Iran" dit @WalidPhares#LEmissionPolitiquehttps://t.co/QePjzeZFF6
— L'Emission politique (@LEPolitique) 10 novembre 2016
Il Dipartimento di Stato USA denuncia: “Violato l’accordo sul nucleare”
Appena due giorni fa, il Dipartimento di Stato americano aveva denunciato violazioni dell’accordo, in cambio del quale Teheran ha ottenuto l’abolizione di buona parte delle sanzioni internazionali.
Raggiunto sotto l’egida dell’Unione Europea, l’accordo era stato siglato nel luglio del 2015 dall’Iran e dalle potenze dei cosiddetti 5+1 (Stati Uniti, Russia, Cina, Francia, Regno Unito e Germania) ed è poi entrato in vigore il gennaio successivo. Fra i suoi punti chiave, l’impegno di Teheran a ridurre le proprie capacità di arricchimento dell’uranio e l’apertura delle proprie centrali alle ispezioni dell’Agenzia Internazionale per l’Energia Atomica (AIEA), in cambio di un’abolizione delle sanzioni internazionali che non riguardino commercio d’armi, missili e tecnologia balistica.