Iraq: a Dahuk un centro per riparare anima e corpo delle vittime dell'Isil

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Mentre le forze irachene si avvicinano a Mossul per la stretta finale, il centro di sostegno per donne e ragazze di Dahuk https://www.

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Mentre le forze irachene si avvicinano a Mossul per la stretta finale, il centro di sostegno per donne e ragazze di Dahuk https://www.google.fr/maps/place/Duhok,+Iraq/@36.9235522,42.6557588,8.5z/data=!4m5!3m4!1s0×40088dc9f9b9c571:0xf62e38c72158c89b!8m2!3d36.8679054!4d42.9488574https://www.google.fr/maps/place/Duhok,+Iraq/@36.9235522,42.6557588,8.5z/data=!4m5!3m4!1s0×40088dc9f9b9c571:0xf62e38c72158c89b!8m2!3d36.8679054!4d42.9488574 riceve costantemente nuovi arrivi.

Il centro è stato aperto due anni fa con l’obiettivo di sostenere medicalmente e psicologicamente le donne rapite dagli uomini dell’Isil.

Solo nel corso di quest’anno il centro ha aiutato più di 800 donne.

La ginecologa Naam Nawzat, che le segue, si dice provata da quello che vede e che sente.

“È durissimo, tutto questo va oltre le mie capacità.
È due anni che lavoro qui e che mi occupo di casi di questo tipo e ogni caso è una vera e proria sofferenza, non ce n‘è stato uno meglio di un altro. Il prossimo sarà ancora peggiore del precedente.
Ho visto piccole di nove anni violentate cui sono stati riservati i peggiori trattamenti e le peggiori umiliazioni”.

Questa giovane donna è rimasta prigioniera per tre anni.È di etnia yazida.

“Eravamo schiave, sono stata venduta a 5 uomini diversi.
Ho cercato di fuggire, ho pensato anche al suicidio, ci ho provato tre volte, così mi dicevo mi lasceranno in pace”.

Due anni fa, i guerriglieri dell’Isil conquistarono la regione del Sinjar, dove risiedono in maggioranza gli Yazidi.
Che sono stati divisi in tre gruppi: i bambini sono stati inviati alla guerra, gli uomini più anziani uccisi se non si sono convertiti all’islam e donne e bambine sono state vendute come schiave.

“Sono venuta qui per la rabbia, non sopporto più niente, neanche la mia bambina”.

Ramanathan Balakrishnan, UNFPA Iraq:

“Tutti sono a conoscenza della violenza di cui sono vittime donne e ragazze in mano all’Isil.
Ma sembra un dettaglio, storie che alimentano i nostri telegiornali.C‘è ancora tanto lavoro da fare per assicurare a ciscuna di queste donne di riappropriarsi della loro vita”.

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