Sono almeno 70.
Sono almeno 70.000 i ricorsi in appello depositati in Turchia dopo le contestazioni e gli arresti seguiti al fallito colpo di stato del 15 luglio.
Lo ha riferito il primo ministro turco, Benali Yildirim, che ha promesso una analisi minuziosa dei dossier avvertendo però che le procedure prenderanno un certo tempo.
L’ondata di repressione seguita al fallito golpe ha riguardato ampi settori della società turca. Docenti, giornalisti, professionisti, accusati di complicità con la struttura associativa che fa capo a Fethullah Gulen, teologo musulmano in esilio negli Stati Uniti.
Secondo dati forniti dal governo di Ankara, sono almeno 32.000 le persone tuttora agli arresti. Per loro il ministero della Giustizia prevede di costruire 174 nuove prigioni entro cinque anni.