Rimborsi sì, rimborsi no. Il Parlamento irlandese si divide su Apple

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Di Diego Giuliani
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Il principale partito di opposizione appoggia il governo nell'appello al pronunciamento UE. No del Sinn Fein: "Si aiutino i cittadini, non le multinazionali"

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Il Parlamento irlandese si spacca, ma il governo guadagna l’appoggio del principale partito di opposizione all’annunciato appello contro il pronunciamento dell’Unione Europea sul caso Apple.

Il leader del Fianna Fáil, Micheál Martin, ha sostenuto nel suo discorso la necessità di analizzare la situazione nel lungo termine e detto che il mancato appello alla decisione di Bruxelles metterebbe a repentaglio impiego e finanziamento dei servizi pubblici.

Read party leader @MichealMartinTD Dáil speech on #AppleTax in full here: https://t.co/xHRJZACH4npic.twitter.com/GNDmggOTGz

— Fianna Fáil (@fiannafailparty) 7 settembre 2016

“Niente aiuti di Stato, vogliono ridicolizzarci”

Negata la tesi degli “aiuti di Stato” – sostenuta da Bruxelles -, il Ministro delle finanze Micheal Noonan ha sostenuto che il gigante di Cupertino abbia pagato a Dublino tutte le tasse dovute e difeso il sistema fiscale irlandese: “Abbiamo comprovati precedenti e vantiamo un rispetto senza eguali degli standard internazionali – il succo del suo messaggio -. Chi ci critica si rifà a un’immagine caricaturale e fuori dal tempo”.

Sinistra radicale e Sinn Fein: “Incassare i rimborsi e reinvestirli nel sociale”

Opposta la posizione della sinistra più radicale che, insieme allo Sinn Fein, sostiene che Dublino debba incassare e reinvestire nel sociale i rimborsi decretati da Bruxelles.

“Stanno provando a mescolare le carte e far passare l’accaduto come un tentativo di minare la nostra sovranità – ha detto il portavoce del partito per le finanze, Pearse Doherty -, ma è un’affermazione disonesta. È una menzogna sostenere che la nostra imposizione fiscale sulle aziende sia minacciata. È una bugia, e chi lo sostiene lo sa bene”.

Gerry Adams: “Il governo difenda gli interessi dei cittadini, non delle multinazionali”

A riassumere le posizioni del Sinn Fein anche il vibrante discorso di Gerry Adams che ha sostenuto in ballo non vi sia la sovranità irlandese, ma il principio della giustizia fiscale e la necessità che il governo scenda in campo per difendere gli interessi dei cittadini e non quelli delle multinazionali.

We want companies like Apple in Ireland, But this doesnt mean turning a blind eye to tax avoidance #AppleTax#Dailpic.twitter.com/7vWWi0x4qN

— Gerry Adams (@GerryAdamsSF) 7 settembre 2016

La tesi di Bruxelles: “Quelli ad Apple sono aiuti di Stato”

Venerdì l’Unione Europea ha condannato Apple a rimborsare a Dublino “benefici fiscali” per 13 miliardi di euro, sostenendo che – a fronte di un’imposizione alle aziende del 12,5% – abbia beneficiato di un’aliquota inferiore all’1% equiparabile ad aiuti di stato.

#Ireland gave illegal tax benefits to #Apple worth up to €13 billion: https://t.co/FppCWW52z4pic.twitter.com/jkFqh35CO1

— European Commission (@EU_Commission) 30 agosto 2016

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