Boris Johnson, dopo aver spaccato il Regno Unito, divide anche la diplomazia internazionale.
Boris Johnson, dopo aver spaccato il Regno Unito, divide anche la diplomazia internazionale.
Se Mosca e Washington aprono al dialogo, la sua nomina a ministro degli Esteri britannico rischia di affondare, dopo 112 anni, ‘l’entente cordiale’ tra Londra e Parigi che mise fine a secoli di antagonismo.
Dalla Francia, Jean-Marc Ayrault definisce il suo omologo britannico “un bugiardo”: “Durante la campagna referendaria ha mentito al popolo britannico e ora è lui ad avere le spalle al muro, difenderà il suo Paese con le spalle al muro e avrà le spalle al muro anche nel rapporto con l’Europa, sia chiaro”.
Anche a Berlino la reazione non è entusiasta. La nomina dimostra che le intenzioni del governo May di far uscire il Paese dall’Unione europea “sono serie”: dice il ministro degli Esteri tedesco, Frank-Walter Steinmeier. E da Bruxelles non arriva, ovviamente, un caloroso benvenuto.
Toni più concilianti fuori dal Vecchio Continente: il ministero degli Esteri russo sottolinea che il suo predecessore non mancherà a Mosca e il Cremlino nutre “la speranza” di migliorare le relazioni con Londra.
“Lavoreremo con Johnson come con i predecessori”, dice Washington dopo una telefonata tra il neo ministro e John Kerry.
#BorisJohnson wird britischer #Außenminister. pic.twitter.com/BNPsewYKHe
— Patrick Appel (@AppelPatrick) July 13, 2016